Focaccia o pizza? Il dilemma dell'affresco rinvenuto a Pompei
Il ritrovamento del reperto nell’atrio di una casa a cui era annesso un panificio
Focaccia o pizza? No, questa volta non è il dilemma di qualche gourmand appassionato di made in Italy. Piuttosto è quanto emerso nell’analisi di una natura morta presente in un affresco analizzato durante gli scavi nell’insula 10 della Regio IX a Pompei. L’affresco è stato ritrovato nell’atrio di una casa a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese a gennaio scorso. Nella raffigurazione si vede una focaccia servita con melograno, datteri e spezie, accompagnata da vino, che veniva offerta agli ospiti. Come risulta da una prima analisi iconografica ciò che era rappresentato potrebbe essere un lontano antenato della pizza moderna, elevata a patrimonio dell’umanità nel 2017 in quanto “arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.
Una pizza ante litteram, insomma, o comunque una focaccia posta su un vassoio di argento e servita con melograni, frutta, datteri, spezie e vino. Secondo quanto spiegato dagli archeologi del Parco in un comunicato ufficiale, nel nuovo affresco "si suppone che accanto a un calice di vino, posato su un vassoio di argento, sia raffigurata una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari (individuabili un melograno e forse un dattero), condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra. Inoltre, presenti sullo stesso vassoio, frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni".
Come spiegato dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, "oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto povero nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati".
Note nell’antichità come xenia, l’affresco raffigura “doni ospitali” che venivano offerti agli ospiti, secondo una tradizione greca risalente al periodo ellenistico. Una descrizione di questo tipo di iconografia è presente in un passo dell’Eneide di Virgilio, in cui viene descritto come questo tipo di “pizze” o focacce, venivano utilizzate come contenitori (mense). Sopra venivano posti frutti, spezie e quelli che oggigiorno chiameremmo “condimenti”.
Questi “doni ospitali” erano propiziatori e venivano offerti per augurare agli eroi di trovare una nuova patria. Non è la prima volta che nel Parco archeologico vengono trovate raffigurazioni simili: al momento gli archeologi ne hanno individuate circa 300.
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