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Accordo Ue-Nuova Zelanda. Assolatte: "Favorisce Wellington"

Il presidente Zanetti coglie comunque il lato positivo della tutela globale dei formaggi Dop

Con la decisione di firmare il "free trade agreement" Unione europea-Nuova Zelanda, il Consiglio Ue ha dato una forte spinta alla sua entrata in vigore, che avverrà probabilmente entro la prima parte prossimo anno. L’industria lattiero-casearia italiana, informa Assolatte, ha sempre manifestato alcune perplessità su questa intesa, che per latte e derivati è decisamente sbilanciata a favore di Wellington. La Nuova Zelanda infatti è uno dei più grandi produttori mondiali di latte e derivati, con un volume di consegne pari a circa 22 milioni di tonnellate e una produzione di formaggi di 380mila tonnellate. Una produzione destinata per il 90% all’export, soprattutto verso Cina, Giappone, Australia, Corea del Sud e Filippine. Mentre le esportazioni verso l’Europa sono sempre state molto scarse.

Nella decisione del Consiglio Ue hanno prevalso considerazioni di più ampio respiro, trasversali ai vari settori. La Commissione, rimarca Assolatte, ha fatto importanti concessioni alla controparte neozelandese sul fronte lattiero-caseario: 36mila tonnellate di burro vedranno i dazi ridursi gradualmente ai minimi, e anche per i formaggi è prevista la completa liberalizzazione in sette anni di un contingente da 25mila tonnellate.

Ci sono, però, importanti aspetti positivi: “Con questo accordo la Nuova Zelanda accetta il protocollo che le impone di riconoscere e tutelare le Indicazioni Geografiche – dichiara Paolo Zanetti, presidente Assolatte -. E con l’entrata in vigore dell’accordo saranno 13 i formaggi Dop italiani che verranno protetti anche dalle copie neozelandesi.” La lista comprende i Dop più esportati: Asiago, Castelmagno, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Montasio, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Piave, Provolone Valpadana, Taleggio.

“Anche se non tutti i prodotti saranno tutelati come avviene a livello europeo, l’accordo rappresenta un passo in avanti molto importante verso la tutela globale delle Dop – prosegue Zanetti -. Le imprese neozelandesi, infatti, non potranno più usare le nostre denominazioni non solo per il prodotto venduto sul mercato domestico, ma anche per le 350.mila tonnellate di formaggi esportati in Asia.” L’intesa, inoltre, prevede l’indicazione obbligatoria della vera origine dei formaggi, contribuendo così a combattere l’italian sounding. 

“La storia recente – conclude Zanetti - ci ha insegnato che gli accordi internazionali danno il via a circoli virtuosi, come è successo in Canada e Giappone, paesi che dopo aver siglato l’intesa con l’Europa hanno definito proprie regole sulla tutela delle indicazioni geografiche ispirate a quelle europee”.

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EFA News - European Food Agency
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