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Grano Ucraina. Lavrov: "Nessuna ragione per rinnovare l'accordo"

Coldiretti: "Italia coinvolta, import a +326%, oltre 115 mln kg nel primo trimestre 2023"

Si torna a parlare di grano ucraino e stavolta le notizie non sono buone. La Russia non vede alcuna ragione per estendere l'accordo per la Black Sea Initiative, rinnovato l'ultima volta lo scorso 18 maggio (leggi notizia EFA News) per la durata di due mesi. A dichiararlo è stato il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, secondo quanto riferisce la Tass.

Appena ieri sera, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani si era detto pessimista riguardo al possibile avvio di un "dialogo di pace", suggerendo comunque una serie di condizioni, quali "recuperare i bambini deportati dall'Ucraina alla Russia, tenere aperto il corridoio che permette al grano di Kiev di arrivare fino all'Africa e costruire una zona franca attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia".

Da parte sua, Coldiretti sottolinea che "l'annuncio della mancata proroga dell’accordo sui cereali provenienti dal mar Nero coinvolge direttamente l’Italia dove le importazioni di grano proveniente dall’Ucraina sono aumentate del 326% per un quantitativo pari a oltre 115 milioni di chili nel primo trimestre 2023".

L'accordo sul grano in scadenza il prossimo 18 luglio, rappresenta "un’intesa importante per garantire gli approvvigionamenti nei Paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia ed evitare carestie che possano spingere i flussi migratori, ma – sottolinea la Coldiretti – è necessario evitare speculazioni e distorsioni commerciali provocate dall’afflusso di grano ucraino sul mercato europeo". 

"In Italia infatti – rileva la Coldiretti – le quotazioni del grano tenero sono crollate del 30% nell’ultimo anno, su valori che sono scesi ad appena 26 centesimi al chilo, che non coprono i costi di produzione. Solo il 55% dei prodotti agricoli che hanno lasciato l’Ucraina dopo l’accordo hanno raggiunto i Paesi in via di sviluppo, come quelli del Nord Africa e dell’Asia, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga sui prodotti agricoli partiti da agosto 2022 a febbraio 2023 dai porti di Chornomorsk (36,4% del totale), Yuzhny (35,8%) e Odessa (27,8%)".

"La Cina con ben 5,2 milioni di tonnellate di prodotti agricoli tra grano, mais e olio di girasole, pari al 21,5% sul totale, è il Paese – conclude la Coldiretti – che ha beneficiato di più dell’accordo. La Spagna con 4,1 milioni di tonnellate di prodotti e la Turchia con 2,7 milioni di tonnellate di prodotti salgono comunque sul podio ma l’Italia con 1,76 milioni di tonnellate si colloca al quarto posto".

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EFA News - European Food Agency
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