Electrolux, fumata nera per la cig nella fabbrica di Pordenone
Nulla di fatto nell'incontro tra azienda e sindacati: prossima riunione il 10 luglio
Si sono incontrati venerdì scorso, 30 giugno i vertici del sito industriale friulano Electrolux di Porcia, (Pordenone) e le rappresentanze sindacali. Sul tavolo c'era la richiesta di cassa integrazione avanzata dall’azienda, ma la riunione si è conclusa con un nulla di fatto. Le parti si sono riaggiornate intorno al 10 di luglio quando tenteranno nuovamente di trovare un accordo sull'uso della Cigo, la cassa integrazione ordinaria e sulla modalità di utilizzo dell’ammortizzatore sociale.
Il motivo della richiesta di cassa integrazione da parte di Electrolux è la momentanea carenza di commesse: la richiesta è di uno stop per 9 settimane, dal 17 luglio al 1° ottobre (tolte le due settimane di chiusura collettiva per ferie dal 7 al 20 agosto) per un massimo di 790 operai. Troppe, secondo le parti sociali, considerato che l’azienda vanta un residuo di cassa attivabile, sul quinquennio mobile, di sole 12 settimane.
Visto che il futuro resta fortemente incerto se venisse messo mano a un altro round di cig rimarrebbero troppe poche ore da utilizzare in caso di ulteriore necessità di fermi produttivi prima di fine anno. "Se a luglio utilizziamo 2 settimane di cassa integrazione significa che poi ce ne restano solo 10 -spiega Gianni Piccinin, segretario di Fim Cisl Fvg riportato da Nordest Economia. Il sindacato guarda con attenzione all’anno prossimo e in particolare alla parte iniziale, tipicamente a bassa stagionalità.
Sul tavolo delle trattaive tra sindacato e azienda resta ancora da sciogliere il nodo relativo all’applicazione dell’ammortizzatore, che l’azienda vorrebbe utilizzare riducendo l’orario giornaliero da 8 a 6 ore e coprire le 2 residue con la Cigo. "Noi invece vorremmo giornate di chiusura collettiva -prosegue Piccinin-. Ma su questo non ci siamo messi d’accordo. Abbiamo raccolto le proposte dell’azienda e ora faremo le nostre valutazioni per incontrarci nuovamente il 10 oppure l’11 luglio. Per quanto mi riguarda un accordo comunque dobbiamo trovarlo, nell’interesse di tutti".
L’incontro di venerdì scorso è stato, comunque, occasione per fare il punto sulla situazione dell’azienda di Porcia e sul forte rallentamento del mercato. "L’azienda ha ribadito il fatto di avere oggi una visibilità che va da due a tre settimane", aggiunge il sindacalista.
Le previsioni sui volumi di produzione del sito di Porcia non sono rassicuranti anche se a giugno è andata meglio del previsto: "rispetto all’attesa di 41mila pezzi, il mese chiuderà intorno ai 43mila -dice il sindacalista-. A luglio, stando alle previsioni, si prevedono 45mila pezzi, ancora di più ad agosto, con 50mila pezzi". Numeri che, ricorda Piccinin, vanno raffrontati con la capacità produttiva ordinaria della Electrolux di Porcia che su base mensile si attesta a 70mila pezzi. Un sito che, dunque, produce molto meno di quanto potrebbe su base annua: rispetto al budget di 720mila pezzi, il 2023 si chiuderà intorno ai 660mila.
Per il sindacalista andrebbe fatto un ragionamento di gruppo sull'uso del ammortizzatori sociali "perché è vero che Porcia soffre il calo di volumi più degli altri siti italiani di Electrolux, ma è vero anche che nessuno sta vivendo un momento fantastico".
EFA News - European Food Agency