Da circa tre settimane in Francia la produzione di ciliegie è minacciata da una crisi legata alle conseguenze di episodi climatici violenti, comprendenti gli attacchi delle mosche che hanno devastato i raccolti, in particolare la Drosophila suzukii. Questa crisi ha comportato una perdita di produzione che oscilla tra il 70% e il 90% e un forte aumento del prezzo delle ciliegie (fino a 30 euro al kg), che si verifica parallelamente all'inflazione legata alla guerra in Ucraina. Questa inflazione influisce sia sul comportamento di acquisto dei consumatori che sui costi di produzione dei frutticoltori interessati. A riferirlo è una nota del ministero dell'Agricoltura francese.

Il ministro dell'Agricoltura Marc Fesneau ha preso atto dell'urgenza della situazione e del disagio dei produttori e ha mobilitato le sue strutture per valutare e documentare le perdite. Il settore francese delle ciliegie contribuisce alla sovranità alimentare del Paese e all'economia territoriale di diversi dipartimenti.

Preso l'impegno nei confronti delle organizzazioni professionali, il governo promette di porsi al fianco dei produttori per aiutarli a superare questa crisi e sta attualmente studiando le varie forme di sostegno che potrebbe fornire. I servizi del ministero stanno già lavorando sul campo per documentare le perdite attraverso le sue direzioni regionali per l'agricoltura e la silvicoltura (Draaf), che monitorano la situazione climatica e sanitaria.

"Più in generale, oltre a sostenere i produttori in questa crisi, dobbiamo sviluppare una strategia a lungo termine per sviluppare collettivamente alternative per la protezione delle colture e migliorare la resilienza della produzione di fronte al cambiamento climatico - si legge in una nota del ministero -. Per fare questo, il ministero coordina lo sviluppo di un piano d'azione pluriennale per la ricerca e l'innovazione, in stretta consultazione con i principali attori del settore ciliegio e della ricerca agronomica".