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"Ammazzastalle"/2. Soddisfazione nell'agroalimentare italiano

Scongiurate la chiusura di numerosi allevamenti e la dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi

Nel comparto agroalimentare italiano la soddisfazione è pressoché unanime. La bocciatura della norma "ammazzastalle" della Commissione europea, oggi sottoposta al vaglio dell'Europarlamento (leggi notizia EFA News), ridà ossigeno non solo agli allevatori ma all'intera filiera, come testimoniano le dichiarazioni che arrivano dal mondo associativo.

Secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini la scongiurata approvazione della norma "avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare ed il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’Unione. O, ancora peggio – denuncia Prandini - di spingere verso lo sviluppo di cibi sintetici in provetta, dalla carne al latte cibi sintetici".

“Siamo riusciti a fermare un approccio ideologico fondato su dati imprecisi e vecchi che avrebbe avuto impatti negativi sull’ambiente con la perdita di biodiversità, paesaggi e spopolamento delle aree rurali”, aggiunge Prandini, ricordando che “ora l’esclusione dovrà essere consolidata dopo i negoziati che si apriranno con il Consiglio Ue”.

Da parte sua, il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini rivolge un "grande ringraziamento" agli europarlamentari che "hanno accolto e recepito le preoccupazioni espresse dal mondo agricolo, contenute in alcune proposte emendative oggi approvate, che riassumevano la posizione della Commissione Agricoltura”.

In vista dell'ulteriore passaggio della bozza al trilogo (negoziato informale tra rappresentanti dell'Europarlamento, della Commissione e del Consiglio Ue), l'auspicio di Alleanza Cooperative è che "il Parlamento Europeo difenda la posizione espressa con il voto odierno, affinché il quadro normativo attuale resti sostanzialmente quello regolamentato dall’assetto normativo vigente: ovvero, gli allevamenti bovini rimangono fuori dal sistema di certificazione sulle emissioni e nessuna nuova soglia viene prevista per i settori delle carni avicole e suinicole".

“Il progetto di smantellamento della produzione europea voluto dal vicepresidente Timmermans ha ricevuto una battuta di arresto”, dichiara, da parte sua, l'amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. “Una buona notizia per l’Europa che così non si troverà a dipendere da Paesi Terzi per la richiesta crescente di alimenti di origine animale - secondo la Fao entro il 2050 la domanda vedrà un aumento del 30% - senza alcuna garanzia su standard di qualità e ambientali". 

Il voto odierno all'Europarlamento è "una buona notizia anche per l’Italia che potrà continuare ad applicare il suo modello di sostenibilità capace di produrre prodotti di altissima qualità impattando sempre meno sull'ambiente - solo 4% delle emissioni nel nostro Paese sono imputabili alle filiere della carne, inclusi latte e uova - e garantendo il lavoro di una filiera essenziale”, conclude Scordamaglia.

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EFA News - European Food Agency
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