Tea. Lipparini (Assosementi): “Bene Ue ma bisogna aprire al bio”
Ad EFA News, il segretario dell’associazione auspica la maggiore implementazione possibile per il metodo
Nei giorni scorsi, la Commissione Europea ha varato un nuovo regolamento sulle tecniche di evoluzione assistita (leggi notizia EFA News). Una presa di posizione stimolata dalla maggior parte delle associazioni di categoria, che hanno mostrato di apprezzare la misura. Tra queste Assosementi, che comunque mantiene una discreta prudenza. Il vero nodo da sciogliere, ha spiegato ad EFA News il segretario di Assosementi Alberto Lipparini, è nell’estensione delle metodologie previste dalle Tea, al comparto biologico: un passaggio per il quale la Commissione, al momento, mostra una certa chiusura.
“La nostra posizione – ricorda Lipparini – rispecchia quella dell’industria sementiera europea. Facciamo riferimento, nello specifico, ad Euroseed, che raggruppa le varie associazioni nazionali”. Ribadendo che le Tea non hanno nulla a che vedere con gli Ogm, il segretario sottolinea che le tecniche in via di normazione – geno-editing e cisgenesi, in primis – rappresentano strumenti in grado di dare risposte agli effetti dei cambiamenti climatici ma, più in generale, garantiscono una “produzione agricola più sostenibile”, dando “possibilità ai nostri miglioratori genetici” di “intervenire in maniera precisa, puntuale, rapida e anche poco costosa”.
“Queste tecnologie permettono un accesso privilegiato in termini di tempi, efficacia e costi anche per le piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura dell’industria sementiera europea”, prosegue Lipparini, auspicando che ora, nel corso della presidenza spagnola dell’Unione Europea, si possa aprire una discussione “per giungere quanto prima a una completa implementazione di queste nuove norme”.
Le Tea “ricalcano e ripetono in maniera analoga i meccanismi che si riproducono normalmente in natura” e che, tuttavia, con l’apporto del miglioratore genetico, possono essere “resi più efficaci”. Il presidente di Assosementi non nasconde quindi le proprie “grandi aspettative” nei confronti della Commissione Europea. “Contavamo sul fatto che il parere della Commissione andasse in quella direzione e siamo anche ben contenti che sia arrivata in un momento in cui l’Italia aveva già fatto un passo avanti con il ddl del senatore Luca De Carlo (leggi notizia EFA News, ndr), che in un certo senso ha aperto alla sperimentazione in campo”. Le indicazioni arrivate dal governo italiano e il parere positivo della Commissione Europea, dunque, “si sono sostenuti a vicenda e ci ha fatto molto piacere prenderne atto”, commenta il segretario.
Tutto rose e fiori, allora, tra Europa e produttori sementieri? Non proprio o non del tutto. “Ci sono situazioni che non condividiamo fino in fondo”, dice ancora il segretario di Assosementi con riferimento alle “limitazioni nell’uso delle nuove tecnologie nell’agricoltura biologica, un settore che vediamo crescere quantomeno in fatto di superfici destinate a questo tipo di agricoltura (leggi notizia EFA News) e francamente, dal nostro punto di vista, non capiamo perché l’agricoltore biologico – che, per sua scelta, fa i conti con la possibilità di utilizzare meno input, sia in fatto di fertilizzanti sia di fitofarmaci – non possa ricorrere a questi strumenti, in cui non stiamo parlando più di Ogm e in cui è garantita una certa trasparenza”. “Su questo argomento che, a nostro avviso, è ideologico e non scientifico – prosegue – non riusciamo a capire ma siamo pronti al confronto, sperando che dall’altra parte ci sia una posizione di apertura che metta a disposizione degli agricoltori biologici il materiale adeguato per i tempi che stiamo vivendo”.
Per l’occasione, Lipparini ha anche commentato l’aggiornamento della normativa comunitaria (vecchie ormai di quasi 60 anni) sulle sementi. “Apprezziamo il fatto che il parere della Commissione non mette in discussione i pilastri della legislazione sementiera – spiega il segretario di Assosementi –. In particolare, mi riferisco alla registrazione e alla certificazione di qualità del materiale. La certificazione, oltre a garantire i requisiti stabiliti dagli organi ufficiali dei vari stati membri, oltre a stabilire i requisiti minimi, per chi utilizza le sementi, consente di costituire l’elemento fondamentale – su cui oggi insiste molto di più anche la Commissione – della tracciabilità delle produzioni. Auspichiamo, poi, uno snellimento burocratico per il settore. Ci lascia molto perplessi, però, il fatto che su questi campi specifici possa esserci un allineamento tra la norma sementiera e la norma fitosanitaria, che lo stesso parere della Commissione va a sottolineare. Anche qui ci aspettiamo un acceso confronto, noi comunque siamo disponibili a discuterne, per garantire un sistema produttivo che sia il più possibile equo”, conclude.
EFA News - European Food Agency