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Peste suina, Confagricoltura teme anche per il Friuli

Rischi per la filiera del San Daniele. Intanto la vicina Slovenia corre ai ripari

La peste suina africana sta correndo indisturbata in lungo e in largo, lungo la Penisola, da Sud a Nord. Sono 1.001 al 14 luglio 2023, in base al Bollettino epidemiologico del Ministero della Salute, i casi accertati di Psa nei cinghiali e otto le regioni in cui il virus è arrivato: dalla Liguria e dal Piemonte (7 gennaio 2022) si è spostato in Lazio, Campania, in Basilicata e in Calabria e, di recente, in Lombardia (in Sardegna è presente dal 1978). In Germania è arrivata nel 2020 e, ancor prima, in Ungheria e Slovacchia.

Il virus si sposta così velocemente che ha cominciato ad accerchiare la zona più vocata della suinicoltura italiana, il cuore della Pianura Padana, e considerando la velocità dei suoi spostamenti la tensione sta salendo assieme alla preoccupazione di tutta la filiera dei suini. Tanto più che in Lombardia la malattia è stata notificata nel cinghiale il 20 giugno 2023, nel comune di Bagnaria, in provincia di Pavia (20 giugno 2023). Successivamente è stato accertato anche un secondo caso, sempre nella stessa provincia. 

"I tempi dell’infezione e della natura, a quanto pare, non sono quelli della politica – dice David Pontello, responsabile della Sezione zootecnica di Confagricoltura Friuli Venezia Giulia –. A Nuoro, Reggio Calabria e Roma, dopo parecchie centinaia di cinghiali, la Psa ha già contagiato anche alcuni suini. Sono state messe in campo una serie di misure di contrasto che, evidentemente, non stanno funzionando in maniera efficace per bloccare il galoppo del virus. Con tutta l’ansia del caso – conclude Pontello – chiediamo agli Amministratori pubblici di alzare il livello di guardia a tutela di un comparto, la suinicoltura, che partecipa per l’8,5 per cento al Pil agricolo regionale e vale circa 70 milioni di euro".
Nella sola filiera del prosciutto di San Daniele Dop sono coinvolti 150 allevamenti del Friuli Venezia Giulia. Il valore alla produzione della Dop supera i 300 milioni di euro.

Nel frattempo, le autorità della vicina Slovenia hanno dichiarato l'area lungo il confine sud-orientale del Paese - lungo la frontiera con la Croazia - zona ad alto rischio per la Psa. A riferirlo è l'agenzia di stampa slovena Sta. All'area ad alto rischio, verrà applicata una supervisione più rigorosa sul fronte della bio-sicurezza e altre misure considerate necessarie.

In Croazia sono stati recentemente segnalati 97 focolai di Psa nei suini domestici e tre casi nei cinghiali. Un caso di cinghiale con peste suina africana è stato confermato nella contea croata di Karlovac, a circa 50 chilometri dal confine sloveno, sottolinea la Sta.

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EFA News - European Food Agency
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