Barilla: grano duro sicuro e di qualità grazie all'analisi del Dna
Esclusivo: i nuovi metodi per verificare la purezza del prodotto ed eventuali criticità microbiche
Barilla ha arricchito il suo sistema di controllo della qualità e sicurezza della filiera grano duro di un insieme di tecniche che, attraverso l’analisi del DNA, possono essere particolarmente informative riguardo alcuni aspetti di qualità e sicurezza rilevanti per l’industria pastaria. Ed EFA News è in grado di presentarle in esclusiva.
Attraverso una rete di collaborazione tra Enti pubblici e privati di ricerca, quali il Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica del Crea, il Centro Ricerca Difesa e Certificazioni del Crea, il NanoBioInteractions&NanoDiagnostics Laboratory dell'Istituto Italiano Tecnologia, l'olandese Wageningen UR Plant Breeding, e Coop Italia, sono stati messi a punto saggi DNA-based in grado di rispondere a diverse domande importanti per la filiera grano duro-pasta: la presenza di grano tenero nella pasta, di identificare alcune varietà di grano e la eventuale presenza di criticità microbiche.
“Siamo davvero orgogliosi di queste nuove tecnologie create insieme ad importanti centri di ricerca e alla GDO. Come leader mondiale della pasta, è cruciale per noi di Barilla continuare ad investire in Ricerca e Innovazione per migliorare grano e pasta e rappresenta un vantaggio competitivo ed esclusivo”, ha dichiarato Paola Carnevali, Food Microbiology Research Manager del Gruppo Barilla. “Con gli metodi analitici basati sull’analisi del DNA, Barilla ha la possibilità di disporre di un sistema aperto, affidabile e facile da impiegare, il cui sviluppo richiede un solido background e know-how di conoscenze genetiche e genomiche riguardo piante e microorganismi”.
Le nuove tecniche basate sulla digitalPCR
Tra i fattori più importanti nella filiera pasta, vi è la presenza eventuale di grano tenero: in Italia, per legge, si può produrre pasta solo a partire dal grano duro, che per qualità e quantità di glutine permette di ottenere una buona cottura al dente, caratteristica che ha reso famosa la nostra pasta nel mondo. L’eventuale presenza di grano tenero nella semola è tollerata solo in percentuali minime. L’innovativo sistema, basato sulla tecnica digitalPCR (digital Polymerase Chain Reaction) è in grado di identificare e quantificare con alta precisione e basso costo la presenza di specie cerealicole diverse dal grano duro, prime tra tutte il grano tenero, in materie prime e prodotti finiti.
In più, poiché la qualità di un prodotto può dipendere anche dall’impiego di varietà specifiche, si è lavorato per sviluppare tool molecolari in grado di riconoscerne la presenza. Sono stati messi a punto con successo due diversi e complementari approcci: l’uno, basato su digitalPCR, è un metodo di laboratorio ad alta precisione che segnala se nel campione è presente la varietà desiderata e in quale percentuale, l’altro è un sistema POC (Point-Of-Care), un approccio semplificato ed applicabile anche al di fuori di un laboratorio, nel luogo e momento in cui serva una risposta rapida.
La terza domanda a cui si è cercata una risposta “molecolare” era quella relativa alla possibilità di individuare precocemente eventuali criticità microbiche per cui sono stati sviluppati nuovi saggi, basati su digitalPCR,. Tra questi le specie di Fusarium, che colpiscono i cereali e che sono annualmente responsabili di gravi perdite di resa e qualità. Con questa nuova tecnologia diagnostica è possibile riconoscere questi patogeni sia sulla pianta in campo che in granella in stoccaggio, consentendo così l’adozione di opportune strategie.
Questo sforzo viene da lontano. Il gruppo di Parma da tempo porta avanti progetti volti a migliorare la qualità del grano e a valorizzarne la filiera italiana e nel tempo ha ottenuto importanti risultati: oltre 20 anni di ricerca per promuovere pratiche agricole più efficienti e sostenibili, grano duro 100% italiano per la pasta venduta in Italia e contratti di filiera che sostengono migliaia di agricoltori di 13 regioni italiane. Inoltre, sono oltre 9mila le aziende coinvolte in progetti di agricoltura sostenibile, che garantiscono a Barilla la qualità delle materie prime acquistate e agli agricoltori di pianificare il lavoro con maggior sicurezza, con il Decalogo per la Coltivazione Sostenibile del Grano Duro di Qualità.
(segue)
EFA News - European Food Agency