Logistica. La supply chain italiana rischia il collasso
Per Federlogistica rischi derivanti dall'attuale negazione della "interoperabilità" dei sistemi informativi
“Siamo tornati alla logica delle ferrovie di inizio secolo, con ogni Stato dotato di reti con binari a scartamento differente rispetto a quelli del Paese confinante. Solo che ora accade per i sistemi operativi che dovrebbero razionalizzare, rendere efficiente e regolare la logistica e quindi interisistemi di trasporto". La denuncia è di Federlogistica che, per voce del suo vicepresidente Davide Falteri, evidenzia i rischi derivanti da scelte che sono la negazione della cosiddetta "interoperabilità" dei sistemi informativi della supply chain.
“Per gli interstistemi di trasporto -aggiunge Falteri- non solo non esiste una cabina di regia europea ma anche i singoli Stati stanno disperdendo le risorse in mille rivoli, progettando spesso sotto guida pubblica sistemi che non dialogano fra loro e che quindi da un lato, rifiutano le regole del gioco che dovrebbero essere dettate dal mercato, e dall’altro, disperdono risorse”.
Una supply chain, sottolinea Federlogistica, nella quale "ognuno procede in maniera indipendente, i sistemi operativi anche più evoluti come iPCS (Port Community Systems) sono tutti incompleti e dove gli unici esempi di 'dialogo' fra sistemi informatici sono forniti in modo parziale da progetti Interreg a raggio di azione limitato”.
Secondo il portavoce di Federlogistica il fatto che nel 2024 i progetti relativi all’interoperabilità dei sistemi logistici e di trasporto dovrebbero essere finanziati nell’ambito del Pnrr, rischia “di trasformare un’opportunità in un fallimento destinato a ripercuotersi sull’efficienza del sistema dimobilità delle merci e quindi, di riflesso, anche del sistema produttivo del Paese che dipende da unalogistica efficiente”.
“L’esperienza di UIRNet è fallita, l’alternativa rappresentata dal trasferimento delle competenze per la digitalizzazione al ministero dei Trasporti ha bisogno di un'accelerata per dare risposte all'intero comparto -prosegue il vicepresidente di Federlogistica-. È fondamentale utilizzare in modo strategico al più presto i 250 milioni di Euro dsponibili dal Pnrr".
"Lo sviluppo delle infrastrutture portuali deciso e avviato quest’anno rischia di trasformarsi in un boomerang se i porti non disporranno di un codice unico di dialogo con i retroporti, con i centri produttivi, con i sistemi e gli operatori logistici -conclude Falteri-. Ogni container in più che dovrà essere assorbito dal sistema logistico Italia potrebbe solo incrementare la non governabilità del sistema trasporti e della logistica italiana”.
EFA News - European Food Agency