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Granchio blu/2. La "piaga" finisce nel piatto

Pastificio padovano lancia i ravioli ripieni del crostaceo

Da flagello dei mari a occasione di consumo il passo è breve. Lo sa bene il granchio blu che, famelico, ha invaso le lagune e le coste venete e che adesso passa da "piaga" sociale a ingrediente per piatti anche di qualità. La nuova frontiera di questo crosataceo è stata tracciata dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida che, incontrando i pescatori e gli allevatori di molluschi tra Polesine e Chioggia, ha ribadito come sia necessario trasformare "una criticità in un'opportunità. Se c'è consumo e commercio c'è una filiera che si attiva naturalmente -sostiene il ministro-. I granchi blu sono una grande risorsa" (vedi EFA News). 

Utilizzare l’inviso granchio come prodotto gastronomico (come già fanno in Cina o negli Usa) è, in sostanza l'imperativo lanciato dal ministro. Ebbene non se l'è fatto dire due volte il pastificio Artusi. L’azienda di Casalserugo, in provincia di Padova, produttrice di pasta fresca e ripiena di alta gamma, ha immesso sul mercato dei ravioli ripieni di granchio blu. E ha subito ottenuto ottimi riscontri, contando anche su una confezione che riporta, quasi pomposamente, la dicitura "Ravioli con polpa di granchio reale blu dell'Adriatico".

"I ravioli contengono il 54% polpa di granchio, nessun tipo di esaltatori e nessuna tipologia di brodi e fumetti -spiega Enrico Artusi che, con il fratello Alberto, guida l’azienda veneta-. Solo granchio, ricotta, sale, pepe e limone di Sorrento, questi gli ingredienti sani e naturali dei nostri ravioli. La nuova confezione, unica nel suo genere, è già richiestissima e d’altra parte non stupisce: il granchio blu infatti pone moltissimi problemi, ma la sua polpa è ottima".

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EFA News - European Food Agency
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