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Il granchio blu non sfonda nelle pescherie del ferrarese

Proprio nella zona dove si è più sviluppato, il crosateceo è venduto solo nei ristoranti

Sembrava fatta. E invece, la guerra al granchio blu, nonostante l'imprimatur all'utilizzo in cucina del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, non è ancora vinta. Non è vinta soprattutto nel ferrarese, l'area più coloita da questo crostaceo divoratore di molluschi. Al parere positivo di tanti e all'ok dei ristoranti adesso fa da contraltare il niet delle pescherie, che non ne vogliono sapere.

A Ferrara il granchio blu pare avere una sola qualità, di non poco conto: è buono da mangiare. La polpa si presta per primi piatti e per fritture e grigliate. Nei ristoranti, a dire il vero, il crostaceo killer viene proposto da qualche anno ma la realtà dice che nel ferrarese non è un piatto molto amato: lo conoscono poco e, soprattutto, non è così semplice da “gestire”.

Nei ristoranti di Ferrara il granchio blu si può gustare da Makorè e a Cucina Bacilieri che ha proposto nel tempo alcuni piatti. "Lo abbiamo nel menù ma non lo teniamo al banco pescheria -spiegano da Makorè, dove il pesce viene anche venduto al dettaglio come riporta La Nuova Ferrara-. È un prodotto molto particolare, come lo sono poi tutti i crostacei. Bisogna saperli lavorare bene e soprattutto i granchi blu possono anche essere pericolosi perché quando il granchio capisce cosa sta succedendo usa le chele per pizzicare con tutta la sua forza. E per poterli gustare in tutta la loro bontà, vanno venduti ancora vivi. A Ferrara la richiesta non c’è, le persone non sono abituate a proporlo in tavola". 

Al mercato ittico si trova ormai da diversi anni, prima naturalmente era molto più caro, adesso il prezzo è crollato, dicono gli esperti: da 15 Euro al chilo circa si è passati a 8 Euro arrivando anche a 5 Euro. 

Nelle pescherie del ferrarese il mantra è più o meno questo: "di granchi ne abbiamo, ma non quelli blu". I fratelli Ferroni sono punto di riferimento per i residenti di Ferrara e non solo. "Non li abbiamo, non si vendono -dice convinto Giuseppe Ferroni detto 'Luca' , proprietario della pescheria insieme alla moglie Marina, al fratello Davide Ferroni alla sorella Giuseppina-. Sono certamente buoni ma i nostri clienti non li consumano. Io ci stavo rimettendo un dito con un esemplare abbastanza grosso, e sono del mestiere. Potrebbe diventare un prodotto d’élite, per cene o occasioni particolari. Al mercato ittico è in vendita regolarmente da cinque anni, e viene acquistato principalmente da cittadini cinesi o filippini". 

"Piuttosto -aggiunge Ferroni- siamo molto preoccupati per le nostre vongole e cozze, quello sì. Il timore è che i prezzi possano salire alle stelle perché di prodotto se ne trova sempre meno, mentre la richiesta è davvero tanta".

Il granchio blu, invece, è entrato dalla porta principale nei menù di tante sagre in tutta la provincia di Ferrara. Il prezzo molto basso di questo periodo ha invogliato gli organizzatori a proporre nuovi piatti: dopo il tipico “guazzetto cozze vongole” ecco arrivare i ravioli e i tagliolini, le polpette, il fritto e gli spiedini alla griglia. Ma anche granchio in umido e sedanini alla polpa di granchio. Lo slogan, proposto non a caso in accordo con gli acquacoltori è “loro mangiano le vongole e noi mangiamo loro”. 

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