Agrigento, rinascono le tradizioni agricole nel parco archeologico
Operativo il nuovo hub di Casa Barbadoro per valorizzare i prodotti del territorio
Un hub destinato a raccogliere i prodotti del territorio. Ma anche un bookshop, una vetrina di presentazione, uno spazio per eventi. Dotato però di cucina a vista per realizzare degustazioni (e mettere anche le mani in pasta), utilizzando la vasta disponibilità di eccellenze locali. L’ennesimo spazio per show cooking estivi? Assolutamente no. Visto che Casa Barbadoro, inaugurata proprio in queste settimane, si trova, in posizione mozzafiato, a 150 m dal Tempio della Concordia. E cioè nel cuore del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, il più vasto d’Europa e del Mediterraneo con i suoi 1300 ettari.
Con l’apertura della nuova struttura trova infatti compimento il progetto Diodoros, formula vincente di collaborazione pubblico- privato lanciata nel 2021: grazie alla quale terreni demaniali all’interno del parco, liberi da scavi o ritrovamenti archeologici, affidati a cooperative agricole e aziende del territorio, sono tornati a produrre. Ripristinando, insieme al paesaggio originario, quel rapporto uomo - territorio che 2600 anni fa vedeva gli abitati dell’antica Akragas impegnati a coltivare, a due passi dai templi, olivi, mandorle, capperi, viti e arance. Il paniere di prodotti a marchio Diodoros comprende oggi 23 eccellenze, realizzate da una compagine di 13 realtà produttive, occupando nell’intere filiera oltre 60 persone.
C’è l’olio, blend di ogliarola messinese e biancolilla realizzato dall’azienda Val Paradiso, con oltre 4000 quintali di olive raccolte nella valle (menzione speciale nella Guida agli Extra Vergini 2022 di Slow Food), insieme ai 300 kg di miele della preziosa (e protetta) ape nera sicula, prodotto dalla cooperativa Al Khaarub, impegnata anche nell’inserimento di soggetti nel mondo del lavoro, andato letteralmente a ruba. Ma anche le mandorle e i suoi trasformati, grazie ai 15 mila esemplari di alberi, veri testimonial dell’agro agrigentino, suddivisi in 250 diverse cultivar, e i fichi d’India, i frutti del futuro secondo la FAO, riportati a nuova vita dall’azienda agricola Gullotta.
E poi lo zafferano, coltivato un campo sperimentale nelle vicinanze del Tempio della Concordia, le erbe aromatiche, i legumi, i formaggi a pasta molle prodotti con il latte, dolce e delicato, della capra girgentana, il grano, lavorato su ben 8 ettari di territorio del parco, che quest’anno ha portato a un raccolto 120 quintali di varietà Maiorca e 95 di Perciasacchi. E last but least le tavolette di cioccolato modicano Sabadì, con olio e le foglie di alloro premiate con la Tavoletta d’oro 2022, l’Oscar del settore assegnato ogni anno dalla Compagnia del cioccolato. Da segnalare, tra i primissimi a credere nel progetto, la cantina CVA di Canicattì, storica cooperativa siciliana e unica concessionaria nella valle per la produzione di vino. Che qui realizza, in un vigneto di 3 ettari nei pressi del Tempio di Giunone, da 300 q di uve prodotte, oltre 5000 bottiglie di Diodoros rosso, blend di Nero d’avola, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio.
“Produrre vino, in queste quantità, all’interno del Parco non è evidentemente un’operazione commerciale”, spiega Giovanni Greco, presidente di CVA, “bensì un’attività dal grande valore simbolico, fortemente identitaria del territorio. Non solo riprende una coltura che qui si è sempre praticata (sono stati ritrovati antichi palmenti nella zona archeologica) ma svolge un ruolo di testimonial dei nostri prodotti e di tutto l’agrigentino, specie sui mercati internazionali: su ogni 10 cartoni di bottiglie prodotte nella Valle dei Templi, uno va sempre all’estero. Se pensiamo di aumentare la produzione? L’anno prossimo impianteremo vitigni a bacca bianca: ma certamente il Diodoros non diventerà mai un prodotto commerciale: è e rimarrà una “chicca” della nostra cantina”.
Insomma, un parco archeologico ad alta vocazione agricola, con una sua linea certificata di prodotti, vero unicum mai sperimentato da un sito culturale Già oggetto di grande interesse da parte dei mercati stranieri, specie quello giapponese e cinese, grazie anche alle presentazioni internazionali realizzate da CoopCulture, concessionaria dei servizi aggiunti del Parco. presso gli Istituti di cultura italiana all’estero. Ma per una volta l’operazione è profeta anche in patria: è dello scorso giugnola notizia che l'università di Scienze gastronomiche di Pollenzo ha deciso di studiare come case history progetto Diodoros: quale esempio di tutela della biodiversità e promozione del territorio attraverso i prodotti alimentari.
EFA News - European Food Agency