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Peste suina: preoccupazione nel bresciano

Dopo il caso riscontrato in provincia di Pavia, gli allevatori chiedono la massima tutela

Il territorio vanta un valore produttivo del settore pari a quasi 300 mln euro e una delle principali filiere del settore.

C'è grossa apprensione nella zootecnia lombarda, dopo il caso di Peste suina africana riscontrato nei giorni scorsi a Montebello della Battaglia (Pv). Il massimo livello di allerta si registra però nel bresciano, dove gli allevamenti suini sono 750 e ospitano un milione e 200mila animali, per un valore produttivo di quasi 300 milioni di euro. L'attuale fase stagionale si profila particolarmente delicata e decisiva, dopo che l'assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Beduschi ha prorogato al 18 settembre la scadenza del bando per le recinzioni anti-cinghiali (leggi notizia EFA News), mentre il 4 settembre è prevista l'applicazione definitiva dei nuovi disciplinari del Prosciutto di Parma e del San Daniele.

Dopo il riscontro del caso di Psa a Montebello della Battaglia - già rientrante nella zona di restrizione - tutti i capi di quell'allevamento sono stati abbattuti. A giugno, sempre nel territorio pavese erano state rinvenute due carcasse di cinghiali infetti. “La Psa è ormai alle porte di Brescia, a circa cento chilometri dai nostri confini – afferma il direttore di Confagricoltura Brescia Gabriele Trebeschi – dobbiamo agire tutti per proteggere gli allevamenti, in una delle zone a più alta intensità di suini allevati. Vanno adottale le massime precauzioni, oltre a misure di contenimento e di eradicazione dei cinghiali. Le istituzioni hanno già fatto tanto, ma i suinicoltori, già gravati da troppi adempimenti, devono essere ora maggiormente sostenuti negli investimenti, in una fase delicatissima che, se non controllata, potrebbe portare all’annientamento della suinicoltura italiana. Non c’è tempo da perdere per ridurre il rischio che la Psa arrivi anche nella nostra provincia, dove si alleva la materia prima di una delle principali filiere per le più famose Dop italiane”.

I disciplinari del prosciutto di Parma e del San Daniele comporteranno anche per gli allevatori bresciani, una serie di adempimenti introdotti dai nuovi Piani di controllo, tra cui la nuova regolamentazione della genetica dei suini utilizzabile, le fasi di allevamento e i criteri di alimentazione, oltre che le tariffe. A riguardo, Confagricoltura Brescia ha scelto come tema nodale del suo convegno alla prossima fiera di Orzinuovi proprio la “Suinicoltura bresciana e le sfide per restare sul mercato”. L’iniziativa è in programma venerdì 1 settembre alle 10.30 alla Porta di Sant’Andrea, quando interverrà anche il presidente nazionale della federazione Suinicoltura di Confagricoltura Rudy Milani.

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EFA News - European Food Agency
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