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Carni, il giorno delle industrie al congresso Icomst

L'italiana Inalca tra le best practice mondiali nell'economia circolare

Al congresso scientifico mondiale sulle carni, Icomst 2023, che si è concluso oggi a Padova, sono andate in scena anche le esperienze internazionali delle industrie di trasformazione, con la presentazione di alcuni casi di interesse mondiale, tra cui l'italiana Inalca, presentata come modello di riferimento per l'economia circolare.

Nel corso della tavola "The Role of meat in society: the science has spoken…now what?", sono emerse le aspettative dell’industria della carne verso la comunità scientifica.

Secondo Giovanni Sorlini, responsabile, qualità, sicurezza e sostenibilità di Inalca, "la transizione verso processi di economia circolare necessita di un sostegno proattivo e costante da parte della comunità scientifica, soprattutto nella fase di trasferimento tecnologico di tecnologie emergenti su scala industriale, come ad esempio la pirolisi per la produzione di biochar, un fertilizzante ottenuto da scarti e sottoprodotti agroalimentari in grado di contribuire alla decarbonizzazione dell’allevamento bovino".

Sorlini ha sottolineato che per "sostenere questa transizione, gli attuali strumenti di ricerca ed innovazione, come i cluster tecnologici, le piattaforme e i consorzi sono sicuramente adeguati per promuovere il dialogo tra imprese e comunità scientifiche, ma a condizione che queste siano in grado di sviluppare anche i processi di networking ed aggregazione fra vari soggetti coinvolti, con particolare riferimento alle istituzioni che sono chiamate all’aggiornamento normativo. In altri termini, le imprese chiedono alla comunità scientifica di saper legare i processi di ricerca propriamente detti con quelli di innovazione e trasferimento tecnologico che necessitano di metodologie di lavoro specifiche”.

Il caso Inalca, la maggiore azienda italiana e uno dei principali player europei nella produzione di carni, è stato illustrato ai numerosi partecipanti per il suo impegno nei processi di economia circolare, che consente la sistematica valorizzazione di sottoprodotti e scarti, privilegiando ove possibile il recupero per l’utilizzo alimentare.

"Il modello di azienda integrata a tutti i livelli della filiera produttiva, rappresentato da Inalca - ha spiegato Sorlini – è la condizione di base che rende possibile questa transizione verso nuovi modelli di bioeconomia e di contrasto al cambiamento climatico. Solo con la combinazione efficiente dei due sistemi, agricolo e industriale, è infatti possibile attuare su ampia scala attività industriali di recupero di materie organiche e migliorare la sostenibilità complessiva delle produzioni".

“L'iniziativa più recente - ha sottolineato Sorlini - è costituita dall’inaugurazione di un innovativo impianto alimentare avviato nella sede storica del Gruppo a Castelvetro di Modena, che consente per via termica il recupero e la trasformazione di ossa ed altre parti dell’animale idonee al consumo umano, ma sino ad ora destinate ad altri utilizzi. Da tali prodotti l’impianto consente di ricavare grasso bovino alimentare e proteine dai molteplici utilizzi, oltre a semilavorati a base di collagene da destinare all'industria farmaceutica per la realizzazione di capsule protettive di medicinali".

Infine, Sorlini ha ricordato gli altri stabilimenti che integrano il modello circolare: 6 impianti di biogas e 1 di biometano per l'autoproduzione energetica, oltre a un impianto di compostaggio dedicato al successivo recupero dei digestati provenienti dagli impianti di biogas per la produzione di fertilizzanti organici reimpiegati nei terreni agricoli del Gruppo. A questi si aggiungono 8 cogeneratori e una rete di pannelli solari istallati nelle aziende agricole ed in tutti gli stabilimenti del gruppo.

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EFA News - European Food Agency
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