Non solo granchio blu: nel ferrarese a rischio il raccolto delle pesche
I produttori, a causa delle avversità climatiche di luglio, fanno i conti col calo di produzione
L'estate del ferrarese, oltre all dramma del granchio blu soffre delle tragiche conseguenze del clima. A pagarne lo scotto sono soprattutto le pesche: prima le gelate tardive hanno drasticamente ridotto la produzione poi la grandine, dove ha colpito, ha eliminato quei pochi frutti rimasti. È questa, di fatto, la situazione che caratterizza la stagione 2023 per i produttori di pesche che, a causa delle avversità climatiche, si trovano a fare i conti con una notevole, se non totale, mancanza di produzione.
"Possiamo dire che la stagione è andata malissimo -spiega Danilo Tamisari, presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Ferrara-. Le gelate dei primi di aprile hanno ridotto la produzione dell’80-90%: a queste si sono aggiunte le grandinate di maggio e di luglio, che hanno causato ulteriori danni, portando le aziende più colpite a perdere il 100% della produzione".
"La raccolta delle pesche -aggiunge- inizia a luglio e prosegue fino alla fine di settembre, a seconda delle varietà. Il prodotto che si è salvato è davvero poco rispetto alla richiesta di mercato, e proprio il mercato ha dovuto attingere dal sud Italia e da molti Paesi del Mediterraneo tra i quali, Spagna, Grecia e Nord Africa. Buoni i prezzi, che avrebbero potuto essere lievemente più alti vista la scarsità di pesche nel nostro territorio ma le importazioni di prodotto che hanno colmato la domanda li hanno contenuti".
Quadro, quello appena descritto, che rispecchia un po’ tutte le aziende del territorio. Aldo Buriani, associato a Confagricoltura Ferrara, coltiva insieme al fratello Andrea nove ettari di pesche nelle campagne di San Bartolomeo in Bosco (Ferrara). "Per quanto riguarda la nostra azienda -sottolinea Buriani, riportato da La Nuova Ferrara- la campagna di raccolta è terminata con la tempesta di luglio, quando l’eccezionale grandinata ha danneggiato tutti i frutti che in quel momento avevamo sugli alberi".
"Fino a quel momento la situazione non era delle peggiori -prosegue il coltivatore-. Certo su alcune varietà abbiamo registrato perdite del 50-60% a causa delle gelate tardive, mentre su altre, in particolare quelle precoci, la situazione era migliore. I frutti erano buoni e di qualità e il prezzo buono per via della richiesta dei consumatori. Con la grandinata sono cadute tutte le pesche rimaste o comunque sono state danneggiate al punto da non essere vendibili nemmeno per l’industria di trasformazione".
"Peccato -conclude Buriani- perché eravamo solamente a metà della stagione, e questo evento ci ha fatto perdere il 100% di quello che si poteva raccogliere. Danni sono stati registrati anche alla struttura delle piante e questo ci pone l’interrogativo su come reagiranno le piante e se saranno in grado di produrre normalmente nella prossima stagione".
Tamisari, dal canto suo, teme per l’intero comparto frutticolo, fortemente in difficoltà negli ultimi anni. "Siamo preoccupati -sottolinea il presidente di Confagricoltura Ferrara- per la proposta di tagliare i contributi del comparto assicurativo agricolo per l’annata 2023 a causa della mancanza di fondi. Se ciò dovesse realmente verificarsi significherebbe, per gli agricoltori, pagare il doppio per poter assicurare le proprie produzioni".
"Questo -conclude Tamisari- porterebbe a un aumento dei costi insostenibile visto che i contratti sono già stati stipulati. Confidiamo che l’azione politico- sindacale della nostra associazione possa far ripristinare le dotazioni finanziarie per avere un contributo pieno, al 70%, come è stato fino ad oggi e come programmato nel piano di gestione dei rischi 2023, che prevede tale contribuzione".
EFA News - European Food Agency