Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Partita da Odessa la seconda nave ucraina carica di grano

La "Primus" naviga verso la Bulgaria per evitare gli attacchi russi

È partita ieri domenica 27 agosto da Odessa "Primus", la seconda nave ucraina carica di grano. Per evitare gli attacchi russi naviga verso la Bulgaria. Dopo che la Russia ha abbandonato l'accordo sul grano, il Mar Nero è un campo di battaglia e le navi devono prendere rotte alternative: questo significa navigare lungo le coste di Bulgaria e Romania, Paesi Nato. La Primus è arrivata in Ucraina il 20 febbraio 2022 dalla Grecia: da allora era nel porto di Odessa e non poteva lasciarlo. 

La nave portarinfuse è la seconda a lasciare Odessa dopo la conclusione del "accordo sui cereali" tra Russia, Ucraina e Turchia. La prima lasciò il porto di Odessa il 16 agosto: si trattava della portacontainer di Hong Kong Joseph Schulte che stazionava nello scalo di Odessa dal 23 febbraio 2023. Dopo che la Russia si è ritirata dall’accordo, sono emersi ulteriori rischi per le navi dirette in Ucraina o provenienti dai porti ucraini, ma questi sono legati al mancato rispetto dei requisiti di ispezione della parte russa. Ieri, il vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov ha confermato il passaggio "sicuro" di una seconda nave attraverso il Mar Nero dal porto ucraino di Odessa: su Instagram, Kubrakov, ha spiegato che la nave portacontainer battente bandiera liberiana Primus ha navigato attraverso un corridoio temporaneo predisposto per le navi civili.

Le autorità ucraine, infatti, hanno annunciato nei giorni scorsi la creazione di una sorta di "corridoio temporaneo": si prevede che venga utilizzato per l'evacuazione delle navi straniere dai porti ucraini, che in precedenza vi erano arrivate con le loro merci. Stiamo parlando di porti come Odessa, Yuzhny e Chernomorsk. 

Sabato scorso, 26 agosto, i ministri degli Esteri di Ucraina e Turchia hanno discusso il possibile ripristino dell'accordo sul grano, che però senza la Russia non è sostenibile. "Continuiamo a impegnarci per riattivare il processo il prima possibile, prima che le conquiste dell'Iniziativa del Mar Nero vadano perse -ha dichiarato Hakan Fidan, ministro degli Esteri turco-. L'avevamo previsto e avevamo discusso con i nostri amici sulla possibilità di pensare a soluzioni alternative che non prevedano la Russia". Kiev ha cercato attivamente soluzioni per proteggere le proprie navi da possibili attacchi russi: le alternative includono l'aumento delle rotte terrestri, nonché un possibile sistema di convogli con la scorta della Nato. Quest'ultima proposta, però, non è stata accettata dagli Stati Uniti. 

Sempre sabato scorso i funzionari ucraini hanno aspramente criticato i cinque Paesi dell'Ue che vogliono estendere i limiti, cioè il divieto, di importazione dei prodotti agricoli ucraini almeno fino alla fine del 2023: si tratta di Bulgaria, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Romania. I cinque Paesi insistono sul fatto che i prodotti alimentari ucraini a basso costo destabilizzano i loro settori agricoli. Da inizio anno i cinque Paesi hanno rilevato che i prodotti cerealicoli, anziché transitare verso altre destinazioni, si riversavano nei mercati interni, alterando prezzo e vendite dei prodotti locali. L'attuale divieto di importazione è attivo fino al 15 settembre.
Kiev ha definito questo comportamento "categoricamente inaccettabile".

L'11 agosto scorso la Romania ha dichiarato di poter effettivamente raddoppiare il transito di grano ucraino, per aiutare Kiev a superare il blocco. Ma per quanto riguarda i suoi approvvigionamenti, Bucarest si attiene al divieto (vedi EFA News).

fc - 33836

EFA News - European Food Agency
Collegate
Simili
◄ Torna alla pagina precedente