Eathic, la piattaforma che risolve i problemi dei ristoranti
Intervista con Andrea Manfré, co-founder della startup che mette in collegamento produttori e ristoratori
Ha appena chiuso un round di raccolta da 120 mila Euro, qualificandosi come nuovo player all’interno del panorama delle food tech (vedi EFA News). Parliamo di Eathic, la startup e marketplace etico, nata tra le aule della piattaforma di innovazione H-Farm alla fine del 2021 dall’idea di due jesolani Andrea Manfrè, classe 1995, e Cosmin Meresanu, classe 1999. La piattaforma continua a valorizzare i piccoli produttori locali ottimizzando tempi e costi di compravendita tra ristoratori e fornitori.
"Siamo una piattaforma b2b in cui riuniamo fornitori e ristoranti -spiega Manfré-. Siamo partiti con un test a 70 ristoratori: li abbiamo messi in contatto con produttori e coltivatori, col mondo delle forniture. Questo per fare in modo che ristoratori e horeca possano arrivare a fare ordinazioni con la nostra app, semplificando il loro business. Adesso abbiamo due produttori che partono con un parco di 80 clienti e 800 ristoranti. Nel primo trimestre 2024 avremo a disposizione perfettamente funzionate e completa la piattaforma che si chiamerà Eathic".
Eathic.it è un'insieme di strumenti che puntano a semplificare il mondo della ristorazione. "Strategicamente -spiega Manfré- abbiamo scelto di lanciare sul mercato un primo strumento, che si chiama Eathic Prenotazioni, il quale semplifica la gestione delle prenotazioni nei ristoranti. Con questo primo step stiamo ottenendo i primi clienti ma soprattutto la fiducia nel mondo dell'horeca".
"Nei primi mesi del 2024 lanceremo anche il secondo strumento, Eathic Market, per semplificare gli ordini tra produttori e ristoranti -aggiunge il manager-. È un'app che permette a ristoranti, hotel, bar di ordinare dai propri fornitori e produttori attraverso un unico ordine. Fornitori e ristoratori risparmieranno tempo e risorse".
I due produttori mettono adesso sulla piattaforma circa 3 mila referenze tra ittico e beverage: l'obiettivo è di raggiungere il primo anno almeno 20 clienti fornitori, per un obiettivo di fatturato da 280 mila Euro. "Il nostro strumento si basa su un abbonamento che, a sua volta, dipende dal numero di ordini: più ordini verranno gestiti in piattaforma e più aumenta il prezzo -sottolinea Manfré-. È un obiettivo tranquillo, perché vogliamo assicurarci che lo strumento sia efficace e non crerare errori dato che è un mercato molto veloce. Al terzo anno corremmo arrivare a 100 fornitori, calcolando che in Italia al momento i fornitori sono 4.000 con 166 mila ristoranti a disposizione. Da lì, contiamo di arrivare a raggiunge 1 o 1,5 milioni di Euro di fatturato".
"A livello di ristoranti -puntualizza ancora il manager- dovremmo riuscire a raccogliere il 10% dei clienti di questi fornitori iniziali: dagli 80 ai 100 ristoranti nel primo annno, insomma. Possiamo arrivarci", è convinto Manfré.
"I nostri clienti sono localizzati principalmente in Veneto regione di cui conosciamo perfettamente le dinamiche e da cui era logico partire -prosegue il cofondatore della startup-. Sono, per ora, soprattutto distributori nel mondo ittico. Sono e rimarranno tutte pmi, addirittura molte piccole imprese: tipo Ittica Center, distributore veneto dal giro d'affari di 7 milioni di Euro circa, attiva tra Jesolo e Cavallino-Treporti, in provincia di Venezia. L'area, per il momento, è questa".
"Lavoriamo con le pmi -aggiunge il manager- perché sono quelle che hanno il contatto diretto con i ristoranti, quelli che poi convertono i click in ordine vero e proprio. Perché il produttore spesso non ha l'interesse a crearsi una propria rete logistica in modo da spedire direttamente al piccolo acquirente come un ristorante o una struttura alberghiera. Ecco, noi lavoriamo proprio per offrire a loro questa opportunità. Niente gdo, dunque, ma solo horeca, ristoranti, bar e alberghi".
L'obiettivo di Eathic è presto detto. "Premettiamo che non siamo e non vogliamo essere un market place -ribadisce Manfré-. Non vogliamo scatenare alcuna guerra dei prezzi, il mercato funziona già. Non vogliamo stravolgere dinamiche che esistono da anni, cioè convertire gli acquisti verso un unico fornitore o produttore che sia in grado di offrire la materia prima a prezzi bassissimi. Vogliamo, piuttosto semplificare il mercato attuale. Vogliamo, semplicemente, ottimizzare l'attività grazie alle tecnologie attuali, garantendo il giusto valore ad ogni operatore".
"Come obiettivo a lungo termine -spiega ancora Manfré- abbiamo quello di fornire una serie di strumenti che semplifichino molti processi nel mondo della ristorazione. Per il momento, siamo partiti nel breve con questo primo strumento, Eathic prenotazioni, che semplifica, appunto, le prenotazioni, quindi da cliente a ristorante. All'inizio del 2024, come ho detto, rilasceremo il secondo strumento, Eathic market, con cui agiremo sulla semplificazione degli ordini".
Tornando ai finanziamenti, il primo round si è chiuso a luglio con 120 mila Euro. Ce n'è in programma un altro? "Al momento -risponmde Manfré- non abbiamo altri round programmati. Sicuramente per favorire la crescita e la scalabilità del progetto saranno necessari in futuro.Ora ci concentreremo sul creare basi solide affinchè il progetto possa essere efficace ai suoi fruitori"
Quale cifra volete raggiungere complessivamente?
"Non abbiamo fissato un numero preciso in termini di finanziamenti -prosegue il manager-. Penso che il valore dei round d'investimento sia strettamente collegato al potenziale successo di una startup. Più il progetto funziona, maggiore sarà la possibilità di vedere round importanti. Resta il fatto che bisogna sempre capire il perchè si fa un round. Eathic punta ad essere sostenibile economicamente da subito, il prossimo round ci permetterà di scalare".
L'espansione estera? "È prematuro parlarme - sottolinea il il cofounder-. Anche se già da alcuni mesi stiamo iniziando ad avere rapporti con distributori esteri addiritura nel mercato asiatico. Più precisamente nel mondo del vino. Noi lavoriamo già con alcune aziende che esportano in 50 paesi nel mondo: stiamo cominciando ad avere rapporti con produttori e distributori, ma solo tra un po' prevediamo di integrare qualche fornitore estero".
Intanto cresce l'interesse intorno alla startup. Oltre a H-Farm, Banca Sella e Visa anche Orizon Group, Futhura e BeeRedi, quest’ultimo, in particolare, partner tecnico per lo sviluppo della piattaforma, è confermato l'interessamento di un family office del padovano che potrebbe portare la valutazione della startup a 1,2 milioni di Euro. Di chi si tratta? "Una famiglia che ha varie aziende -risponde Manfré senza rivelare ancora il nome della new entry-. Entrerà da gennaio".
EFA News - European Food Agency