In Gran Bretagna è iniziata la guerra del latte artificiale
Nonostante il divieto del governo, i supermercati Iceland Foods tagliano del 20% il prezzo del prodotto
In Gran Bretagna è partita la fronda ai divieti sulla diffusione del latte artificiale. Ad aprire il contenzioso è il supermercato britannico Iceland Foods che ha annunciato l'intenzione di accettare "illegalmente" i buoni delle banche alimentari, i punti fedeltà e le carte regalo per l'acquisto di latte artificiale.
Attualmente, le leggi britanniche vietano ai rivenditori di promuovere sconti e risparmi sul latte artificiale: questo divieto include la riduzione dei prezzi per eliminare le scorte prossime alla scadenza e l'accettazione di acquisti effettuati con punti fedeltà, carte regalo del negozio e buoni della banca alimentare.
Il presidente esecutivo di Iceland, Richard Walker, ha annunciato la decisione intervenendo a sostegno di "Formula for Change", una petizione guidata da Feed e Metro UK che chiede di modificare immediatamente la legge.
La notizia segue l'annuncio pubblico fatto da Iceland due settimane fa: il supermercato informava i consumatori che avrebbe tagliato di oltre il 20% il prezzo del latte artificiale nei suoi punti vendita e in quelli di The Food Warehouse. Questo, in risposta all'aumento dei prezzi del latte artificiale, un rincaro che, sostengono gli esperti, "esercita una pressione insopportabile sui genitori", proprio nel momento in cui devono combattere col rincaro del costo della vita.
Walker ha dichiarato che la decisione di sfidare i regolamenti potrebbe comportare per il supermercato una "multa illimitata": ha aggiunto che il supermercato "ha già ricevuto denunce da parte di autorità locali e del Dipartimento della Salute in risposta all'annuncio della riduzione dei prezzi". Il presidente ha incoraggiato il Governo inglese a rivedere il programma di voucher Healthy Start, che fornisce sostegno alle donne incinte e alle famiglie idonee per l'acquisto di alimenti sani e prodotti lattiero-caseari.
I buoni, che attualmente offrono 8,50 sterline a settimana per i bambini fino a un anno di età, non sono stati aumentati di valore dall'aprile 2021, cosa che Walker ha bollato come "una barzelletta". Secondo il manager, questi "aiuti", stanziati in questa misura, non coprono nemmeno il costo del latte artificiale più economico disponibile dopo i recenti aumenti di prezzo.
Sebbene la legislazione governativa sia stata introdotta per incoraggiare le madri a scegliere l'allattamento al seno, Walker sostiene che le norme riguardano molte persone per le quali l'allattamento al seno non è un'opzione: le coppie gay e i genitori adottivi, tra gli altri. Per questo il presidente di Iceland Foods sottoline l'importanza di permettere alle persone il diritto di scegliere e di consentire un accesso equo a soluzioni di formula a prezzi accessibili.
"I benefici dell'allattamento al seno rispetto all'uso di latte artificiale non sono oggetto di discussione: si tratta di sostenere le scelte dei genitori britannici che si trovano a dover affrontare la crisi del costo della vita -ribadisce Walker in un comunicato-. Il Governo deve dimostrare che sta facendo tutto il possibile per aiutare le persone nel Regno Unito e sostenere i rivenditori come noi, in modo che possiamo fare la nostra parte senza subire rappresaglie".
La notizia di Iceland Foods arriva nella stessa settimana in cui il rivenditore britannico Boots ha rimosso le pubblicità automatiche che promuovono quattro marche di latte artificiale per bambini fino a sei mesi: questo dopo che l'Advertising Standards Authority ha dichiarato che l'azienda ha violato le regole pubblicitarie del Regno Unito dove è contro la legge pubblicizzare latte artificiale per bambini fino a sei mesi di età, perché potrebbe scoraggiare l'allattamento al seno.
EFA News - European Food Agency