Germania: clamoroso flop dell'agricoltura green
L'adesione ai fondi aggiuntivi della Pac è notevolmente inferiore al previsto. Ma il governo minimizza...
Gli agricoltori lamentano sovvenzioni troppo basse, mentre il ministero dà la colpa alla guerra in Ucraina.
La Germania è, notoriamente, uno dei Paesi europei più eco-friendly. All'avanguardia in quasi ogni progetto ambientale e ambientalista, ora, però, i tedeschi si trovano clamorosamente in difficoltà sul fronte dell'agricoltura "green". Un impasse che si sta manifestando nonostante gli eco-regimi entrati in vigore assieme alla nuova Politica Economica Comune, all'inizio di quest'anno. Attraverso questi programmi, gli agricoltori possono ottenere fondi aggiuntivi della Pac in cambio dell’attuazione di misure sostenibili elaborate da un catalogo definito da ciascuno Stato membro. Tali misure - flessibili e volontarie - dovrebbero sortire effetto soltanto se un numero sufficiente di aziende agricole partecipa ai singoli programmi.
Ebbene, secondo i dati del ministero dell’Agricoltura tedesco, l'interesse delle agro-imprese mitteleuropee si è rivelato “più contenuto del previsto”, con un numero inferiore al previsto di soggetti interessati agli incentivi green. Ad eccezione di una misura riguardante le colture di tipo regionale, secondo i dati confrontati, tutti i regimi ecologici sono stati inferiori alle aspettative, in alcuni casi con un ampio margine. Gli agricoltori possono ricevere, ad esempio, dei finanziamenti aggiuntivi nell’ambito di questi programmi, se piantano strisce di fiori di determinate dimensioni su terreni arabili, che fungono da habitat per insetti e altre specie. Tuttavia, mentre l'Istituto Thünen aveva previsto che ciò sarebbe avvenuto su circa 175.000 ettari, finora sono state presentate domande solo per poco meno di 1.300 ettari, meno dell'1% del valore previsto.
Gli agricoltori lamentano, tra l'altro, che la larghezza minima delle strisce fiorite spesso non è realizzabile, soprattutto su appezzamenti più ridotti. Per quanto riguarda l’introduzione di sistemi agroforestali, come la combinazione di seminativi o allevamento di bestiame con elementi forestali, l’attuazione effettiva è ancora più indietro rispetto alle previsioni. In effetti, l’istituto aveva previsto 25.000 ettari per questa misura, ma ne sono stati registrati solo una cinquantina, circa lo 0,2% del previsto. Altri programmi ecologici sono stati implementati più ampiamente, ma non hanno comunque soddisfatto le aspettative. È il caso del programma che premia la coltivazione meno intensiva dei prati permanenti, che ha visto l’adozione di tali pratiche da parte di aree agricole pari a due terzi degli obiettivi inizialmente previsti. Lo stesso vale per la coltivazione di una gamma più diversificata di colture, che rappresentano il 65% dell’obiettivo previsto.
Nonostante ciò, il ministero dell’Agricoltura tedesco ha respinto le cifre basse ed ha espresso ottimismo sul fatto che l’adozione di regimi ecologici andrebbe a migliorerare durante il periodo di finanziamento agricolo, che dura fino al 2027. Sottolineando che i primi due anni della nuova Pac sono ancora in una “fase di apprendimento”, il ministero sostiene che gli agricoltori sono ancora riluttanti ad aderire al programma a causa della novità del sostegno e delle “mutate condizioni economiche e politiche che ne conseguono della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina”.
Il basso livello di incentivi di tali programmi è già stato più volte criticato dall’Associazione tedesca degli agricoltori (Dbv), che sottolinea in molti casi la bassa ricompensa finanziaria per l’attuazione di misure costose. In un documento pubblicato alla fine di maggio, la Dbv ha individuato nei “tassi di sovvenzione eccessivamente bassi” la “ragione principale” per cui quest’anno molti programmi biologici sono rimasti “significativamente inutilizzati”. “Per il 2024, soprattutto, i tassi di sussidio per gli ecosistemi esistenti dovrebbero essere aumentati per garantire che il budget sia pienamente utilizzato e quindi che gli obiettivi di sussidio siano raggiunti”, chiede l’associazione.
EFA News - European Food Agency