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CLARA MOSCHINI

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Granchio blu/2. La Sacca di Scardovari testa il caveau per le vongole

Un'azienda veneta mette in acqua il sistema flottante di protezione e allevamento in sospensione

Nella lotta che quest'estate ha preso spazio nelle cronache italiane, quella tra l'uomo e il granchio blu, la Sacca di Scardovari, a Porto Tolle (Rovigo), una delle zone colpite dal temibile predatore, fa partire una sperimentazione per i sistemi flottanti di protezione e allevamento di vongole in sospensione. Non solo. Arriva dall’Australia, anche se passa attraverso un’azienda italiana, veneta precisamente, il sistema per mettere al sicuro le vongole del Delta dal granchio blu. 

L’idea nasce dall’accordo tra il Consorzio pescatori del Polesine e la Aerre Automazioni di Chioggia che si occupa di progettazione e realizzazione di attrezzature macchinari per l’industria. Sue sono le macchine per la lavorazione delle vongole nello stabulario deltino. 

"Stiamo valutando strategie alternative che ci permettano di risolvere il problema granchio blu e preservare la nostra tipicità -spiega Luigino Marchesini, presidente della struttura consortile di Porto Tolle-. Questo crostaceo, come abbiamo ribadito più volte, non può sostituire una filiera già avviata: qualora si arrivasse a contenerlo la potrebbe affiancare, ma noi dobbiamo e vogliamo preservare i nostri molluschi, una vera prelibatezza che ci ha fatto conoscere ovunque". 

L’alleato in questa battaglia è la Aerre dei fratelli Alfredo e Roberto Bozzato che si sono mossi per trovare questo sistema che, se si rivelasse vincente, potrebbe rispondere alle esigenze di un intero comparto e indicare la via per la coltivazione del futuro delle vongole. 

"Siamo una delle due aziende al mondo che costruiscono macchine per il confezionamento in rete dei molluschi -spiega Alfredo Bozzato riportato da Il Gazettino-. Abbiamo un impegno a 360 gradi, tanto da essere presenti massicciamente sul mercato estero. Non appena abbiamo saputo di questa emergenza ci siamo mossi per trovare un’alternativa da mettere a servizio degli allevatori perché siamo tutti parte di uno stesso ingranaggio produttivo: senza pescatori le nostre macchine non servono". 

Considerate le difficoltà nel debellare la piaga granchio blu, l’idea base è quella di riuscire a tutelare il capitale, che in questo caso è rappresentato dalla vongola verace. "Ci siamo confrontati con gli amici del Canada e degli Stati Uniti, oltre che le aziende dell’atlantico -aggiunge Bozzato-. Abbiamo, quindi, chiamato un partner australiano che utilizza questo sistema di allevamento in sospensione per le ostriche: nel giro di una settimana abbiamo fatto arrivare questi impianti che sono stati messi in acqua per iniziare la sperimentazione perché c’è da capire se qui e con questo tipo di mollusco funzionerà o meno. Se gfunziona, con questo metodo le vongole sono al sicuro, come fossero in una specie di caveau".

In acqua sono i stati messi già quattro sistemi: a questi se ne aggiungeranno altri due. Ogni gabbia è dotata di 6 sacchi contenenti una decina di chili di vongole per un totale di 60 chili ognuno. Al tutto sono stati installati dei supporti galleggianti realizzati in polietilene stampato. 

"Sono vongole di mezza pezzatura sottolinea Emanuele Rossetti, biologo del Consorzio che sta studiando tutte le fasi-. Abbiamo puntato su un’alta densità in uno spazio ristretto per capire la resistenza del prodotto, posizionandola in un’area dove ci sono le condizioni ambientali migliori per l’accrescimento, ossia salinità, ossigeno e produzione fitoplanctonica. Valuteremo l’avanzamento della crescita come l’eventuale tasso di moria. L’idea sarebbe di arrivare a realizzare in questo modo il ciclo completo della vongola: dal seme al prodotto maturo, ma dobbiamo attendere gli sviluppi delle prossime settimane". 

La prima nota positiva della sperimentazione è che le gabbie resistono all’attacco dei granchi: bisognerà vedere come si comporteranno le vongole. Nel mentre si sta già valutando di ampliare la sperimentazione per l’ostrica rosa e tentare con i mitili, che però hanno un altro tipo di coltivazione. Se tutto funzionerà si potrebbe arrivare ad avere un allevamento di vongole 2.0.

"Certo le gabbie vanno mantenute pulite, ma se funzionasse i pescatori potrebbero avere molteplici vantaggi -mette in risalto ancora Bozzato-. Intanto si potrebbe teoricamente avere un prodotto desabbiato, cosa che ridurrebbe i tempi di stazionamento in stabulazione. In secondo luogo una gestione quasi totalmente garantita che permetterebbe di stimare il quantitativo di prodotto a disposizione. In più, essendo galleggiante in caso di acque ferme o con livelli di salinità inadatti i pescatori potrebbero spostare l’allevamento con la barca".

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EFA News - European Food Agency
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