La stagione climaticamente instabile ha indubbiamente arrecato degli sconvolgimenti alla vendemmia in corso. Paesi, come la Francia, hanno vissuto un'annata più tranquilla sul piano meteorologico e ciò ha determinato il sorpasso transalpino sull'Italia. I cambiamenti, tuttavia, per quanto traumatici, rappresentano sempre una sfida e ora starà ai viticoltori rimboccarsi le maniche e puntare di più sull'innovazione.

Non tutto, in questa fase, è sinonimo di crisi e declino: a fronte di un vistoso calo della produzione, pari al 12%, i vitigni italiani hanno infatti prodotto un mosto di maggiore qualità. Sulla crisi del settore e sulle opportunità offerte dei cambiamenti in corso, a margine della presentazione dei dati ufficiali sulle previsioni vendemmiali, tenutasi al ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, EFA News ha raccolto i commenti di tre illustri addetti ai lavori.

Secondo quanto ci ha riferito Fabio Del Bravo, responsabile Direzione servizi per lo sviluppo rurale Ismea, i risultati più meno accettabili di un raccolto non possono essere attribuiti unicamente al meteo o a fattori contingenti: "Chi non fa una gestione super attenta", mettendo a disposizione "gli strumenti più moderni", rischia molto facilmente di trovarsi "con una produzione addirittura del tutto azzerata", afferma l'analista.

Sulla stessa lunghezza d'onda Paolo Brogioni, direttore di Assoenologi, che evidenzia comunque come la "vera sfida" sia quella di ottenere "il miglior prodotto qualitativo dalle uve", poiché "oggi la tecnologia ci consente questo".

Parlando, infine, delle opportunità di mercato e, in particolare, dell'export, Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini, ricorda che il terreno più fertile rimane quello della ristorazione: "Andiamo a bussare alla porta di questi signori e facciamogli vedere le bellezza delle nostre produzioni!".

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