In Francia è scontro frontale sui prezzi alimentari
I supermercati chiedono ai grandi gruppi di abbassarli del 5%
La guerra dei prezzi sta portando allo scontro frontale. Non qui da noi in Italia ma in Francia dove i supermercati criticano ferocemente i giganti dei beni di consumo come Unilever e Nestlé per gli aumenti dei prezzi, a loro dire ingiustificati. Anche il Governo di Macron, come sappiamo, sta esercitando pressioni sui produttori di beni di consumo affinché riducano i prezzi, battaglia che, però, sembra in fase di stallo (leggi EFA News).
A dare fuoco alle polveri ci ha pensato Thierry Cotillard, presidente di Les Mousquetaires, gruppo francese di Grande distribuzione organizzata e fa capo a numerose catene di negozi tra cui Intermarché, Ecomarché, Restaumarché, Le Relais des Mousquetaires. Secondo il manager "il calo dei costi delle materie prime e dell'energia significa che la produzione di alimenti e di altri beni di consumo è meno costosa e i prezzi concordati nelle trattative dovrebbero rifletterlo. Probabilmente dovremmo essere in grado di chiedere ai grandi gruppi di beni di consumo di ridurre i prezzi tra il 2% e il 5%".
Cotillard ha detto che il gruppo, in Portogallo, paese in cui Les Mousquetaires opera con il marchio Os Mosqueteiros, è riuscito a negoziare prezzi più bassi con le aziende di beni di consumo, perché le trattative sui prezzi non sono limitate a una finestra annuale. "La nostra richiesta di poter negoziare tutto l'anno come i nostri amici in Portogallo e Spagna ci sembra perfettamente legittima", sottolinea Cotillard.
La Francia, che ha una normativa che prevede una finestra annuale per la negoziazione dei prezzi dal 1° dicembre al 1° marzo sta valutando una legge che anticipi le trattative, con l'obiettivo di iniziarle presto e concluderle entro il 15 gennaio (leggi EFA News).
Nella batttaglia ha un ruolo di primo piano un gigante come Carrefour il cui amministratore delegato, Alexandre Bompard ha da tempo lanciato l'allarme prezzi (leggi EFA News), avvertendo che potrebbe essere troppo tardi se la discesa avvenise, come previsto, solo a gennaio 2024 (leggi EFA News). "Vi chiediamo, nel rapporto che abbiamo con le associazioni dei consumatori, di fidarvi di noi e di lasciarci negoziare", ha dichiarato pochi giorni fa Bompard rivolgendosi ai legislatori.
I legislatori, a loro volta, hanno consultato l'amministratore delegato di Systeme U Dominique Schelcher e il co-presidente di E Leclerc Philippe Michaud in seno alla commissione parlamentare per gli affari economici. Systeme U è una società cooperativa francese attiva nella grande distribuzione organizzata nella quale gestisce una rete di 1559 punti vendita tra ipermercati e supermercati, spari in tutta la nazione: E Leclerc è considerrata la prima catena della grande distribuzione organizzata francese, riuscendo a tenere testa ad altri grandi distributori quali Carrefour, Auchan e Les Mousquetaires-Intermarché, ed è stata fondata nel 1949.
I rappresentanti dell'industria alimentare, dal canto loro, sostengfono che i costi di produzione rimangono elevati e che i produttori hanno assorbito una parte significativa degli shock inflazionistici.
Miloud Benaouda, membro del consiglio di amministrazione di Ania, la Federazione francese dei produttori alimentari, ha detto ai legislatori che le campagne di denuncia pubblica di aziende come Nestlé e Unilever per la "shrinkflation" non sono utili e potrebbero dissuadere le multinazionali dall'investire in Francia.
Per cercare di risolvere la situazione i legislatori francesi hanno anche chiesto informazioni sulle alleanze di acquisto che alcuni supermercati utilizzano per negoziare i prezzi congiuntamente con i colleghi a livello europeo per capire se queste consentono ai rivenditori di eludere le normative francesi sui prezzi.
Il Senato francese ha già dichiarato in un rapporto che tali alleanze consentono ai rivenditori di aggirare la legge francese. Un'affermazione forte, subito smentita da Philippe Michaud, co-presidente di Leclerc (che fa parte fa parte dell'alleanza di acquisto Eurelec, con il rivenditore tedesco Rewe). "Compriamo come gruppo, non per eludere la legge, ma per avere sufficiente influenza sui produttori", ha dichiarato Michaud.
EFA News - European Food Agency