Grano duro, i prezzi vacillano ma non mollano
In Italia tornano i ribassi sul grano duro fino nazionale che perde 5 Euro alla tonnellata
I prezzi internazionali del grano duro fino iniziano a "vacillare", anche se non in maniera forte. I prezzi del Canada cedono leggermente ma a pagare lo scotto sono gli agricoltori costretti a significativi cali dei prezzi offerti all'origine e a un ribasso di oltre 18 dollari canadesi (12,5 Euro) alla tonnellata del prezzo di acquisto all'ingrosso. Restano stabili i prezzi Usa: in questo quadro si fa notare il secondo e pesante calo settimanale (-3,36%) dell'Indice dei Future sul Durum a Chicago.
In Italia tornano i ribassi sul grano duro fino nazionale che perde 5 Euro alla tonnellata a Foggia (390 Euro alla tonnellata sui minimi e 395 Euro sui massimi); Roma (345 Euro/tonnellata sui minimi e 355 Euro sui massimi); Milano solo sulla provenienza Italia centrale; Altamura (dove il cereale pastificabile è a 390 Euro/tonnellata sui minimi e 395 Euro sui massimi) e Bologna. A Bari invece resta stabile (388 Euro/tonnellata sui minimi e 400 Euro sui massimi), mentre a Napoli è stabile sui minimi ed in calo di 15 Euro sui massimi (410 Euro alla tonnellata sui minimi e 425 Euro sui massimi). Per i grani duri canadesi ci sono cali consistenti sia a Bari che ad Altamura, mentre restano stabili a Milano i grani duri esteri sia di importazione comunitario che extracomunitario.
Ismea, infine, fotografa una situazione di mercato all'origine nella quale per il frumento duro fino si registra una prevalente stabilità, ma con cali consistenti a Napoli, Matera e Bologna. Dal rapporto del 10 ottobre 2023 della Commissione per lo Sviluppo del Grano in Saskatchewan si apprende che"le stime ufficiali mostrano che la produzione di grano duro in Nord America è destinata a diminuire di 1,7 milioni di tonnellate nel 2023-2024, poiché una diminuzione di 1,9 milioni di tonnellate nella produzione di Stati Uniti e Canada è solo leggermente compensata da una maggiore produzione di 200mila tonnellate in Messico".
Le esportazioni di grano duro canadese sono state forti verso il Marocco, gli Stati Uniti e "altri Paesi che solitamente non importano grandi volumi di grano duro canadese come Arabia Saudita, Venezuela, Costa Rica e Nigeria". L'Italia importa in agosto dal Canada meno di 20mila tonnellate. Grande assente tra i compratori in Canada è l'Unione Europea, e quindi l'Italia, che però, secondo il rapporto "ha importato la cifra record di 735mila tonnellate di grano duro nelle prime 14 settimane di campagna commerciale. Turchia e Russia sono stati i principali fornitori rispettivamente con 327mila e 231mila tonnellate".
Di fatto, il rapporto conclude confermando le potenzialità della Turchia di stare sul mercato ancora a lungo. "Gli impegni totali di esportazione di grano duro turco hanno superato il milione di tonnellate -sottolinea la nota della Commissione-. Questo perché i Paesi importatori hanno approfittato delle forniture più economiche in un anno in cui le loro scorte sono basse. La Turchia dovrebbe esaurire le forniture esportabili nella seconda metà della campagna".
EFA News - European Food Agency