Vini dealcolizzati, il Masaf verso l'autorizzazione?
Bozza di decreto: possibile ridurre il tenore alcolico ma le limitazioni non piaccioni ai produttori
Sì, no, forse. Il Masaf, più indeciso che mai in tema di vini senza alcol, cambia idea e adesso dice sì ai dealcolati. Prima aveva detto no, con tanto di ministro Francesco Lollobrigida che, in più occasioni, aveva ripetuto: “Non chiamateli vini” puntando l'accento più sulla denominazione che su una contrarietà vera e propria alla bevanda (leggi EFA News). Adesso, notizia dell'ultima ora, arriva la bozza di decreto ministeriale che apre loro produzione anche in Italia.
“È possibile ridurre parzialmente o quasi totalmente il tenore alcolico dei vini -si legge nel testo così come riporta il Gambero Rosso- ma i vini sottoposti al processo di dealcolizzazione sono unicamente i vini senza denominazione di origine e indicazione geografica”.
Il decreto, però, introduce una novità. "Il processo di dealcolizzazione può avvenire esclusivamente presso stabilimenti dotati di licenza di deposito fiscale per la produzione di alcol”. In pratica, la dealcolizzazione può essere praticata solo presso le distillerie e sotto il controllo dell’Agenzia delle Dogane: alle cantine resterebbe il compito di imbottigliare il prodotto.
Inoltre, sempre secondo la bozza di decreto, l’alcol risultante dal processo potrà essere utilizzato esclusivamente per fini industriali. La scelta non piace ai produttori di vino, da tempo in attesa del via libera per poter intraprendere la produzione di low e no alcol anche in Italia: proprio loro, in sostanza, si vedrebbero superati dall’industria degli alcolici.
Il processo di dealcolizzazione, infatti, è stato introdotto nell'Unione Europea con il regolamento 2117 del 2021 (leggi EFA News). L’Italia tiene il punto su Doc e Igt, riservando la possibilità di dealcolizzazione e di parziale dealcolizzazione solo ai vini generici.
EFA News - European Food Agency