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Grani antichi: un falso mito dei nostri giorni

Lunedì a Bologna, la presentazione di un saggio che "smaschera" tutte le bugie sull'argomento

L’Accademia Nazionale di Agricoltura organizza un incontro pubblico per dibattere del tema della disinformazione e delle ingannevoli strategie di mercato e marketing, alla base della ricerca del “frumento migliore”, che possono indurre a scelte sbagliate del consumatore. Per l’occasione sarà presentato, alla presenza dell’autore, il volume “Pane nostro” di Luigi Cattivelli che dialogherà con il presidente della Società Italiana di Genetica Agraria e il presidente dello European Network of Agricoltural Journalist.

Si tiene lunedì 23 ottobre, alle ore 17 presso la Sala del Cubiculum Artistarum di Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna (Piazza Galvani 1), l’incontro “Grani antichi una moda piena di falsità” organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura con la collaborazione della casa editrice “Il Mulino” e dell’Associazione Regionale Giornalisti Agricoltura (Arga Emilia-Romagna). L’incontro vedrà dialogare il professor Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del Crea a Fiorenzuola d’Arda, con la giornalista Lisa Bellocchi, presidente dell’European Network of Agricoltural Journalist (Enaj) e il professor Silvio Salvi, presidente della Società Italiana di Genetica Agraria. Le conclusioni saranno tenute dal Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura.

L’occasione sarà anche quella di presentare il volume del professor Cattivelli “Pane nostro. Grani antichi, farine e altre bugie” edito nella collana “Farsi un’idea” della casa editrice Il Mulino. Le argomentazioni di Cattivelli sono in sintesi le seguenti: spesso si attribuiscono ai frumenti antichi particolari proprietà nutrizionali o comunque benefiche, cosicché i consumatori sono spinti dal marketing ad associare l’alimento antico (o tradizionale) ad un’idea di alta qualità o di superiorità nutrizionale rispetto ai prodotti più recenti. Secondo lo studioso, tale congettura è errata, in quanto la vera distinzione tra i frumenti antichi (pre-1960) e i moderni (post-1960) è legata semplicemente al fatto che le piante più recenti sono sono tutte caratterizzate da un’altezza inferiore al metro e da una conseguente maggiore produttività. Non c'è nemmeno, secondo Cattivelli, alcuna conferma dell'affermazione per cui i frumenti antichi avrebbero meno glutine dei moderni.

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