Furti al supermercato: danni per circa 4,6 mld euro (1,38% fatturato)
Secondo Coldiretti, il valore medio della refurtiva per ogni singolo caso è di 14 euro
Il problema è in parte collegato alla presenza di oltre 3 mln di poveri in Italia
Vino e altri alcolici, salumi, formaggi, tonno in scatola e caffè sono i prodotti che nell’ordine spariscono maggiormente dagli scaffali di supermercati, ipermercati e discount. È quanto afferma Coldiretti sulla base dello studio “La Sicurezza del retail in Italia” realizzato da Crime&Tech lo spin off dell’Università Cattolica, nel periodo da gennaio 2021 a settembre 2023. Il taccheggio ossia il furto di merce esposta in vendita negli esercizi commerciali è la principale causa dei furti esterni e provoca le maggiori differenze inventariali che complessivamente nelle aziende del settore Retail e Gdo in Italia sono state in media nel 2022 pari all’1,38% del fatturato annuo con perdite stimabili di circa 4,6 miliardi di euro.
Secondo Coldiretti, il valore medio della refurtiva per ogni singolo caso nei supermercati, ipermercati e discount è di 14 euro e il piccolo “colpo” viene messo a segno soprattutto per la spesa a metà settimana (mercoledì o giovedì), mentre i responsabili si dividono equamente tra donne e uomini con una leggera prevalenza di questi ultimi (56%). Sono peraltro i formati già porzionati o confezioni di dimensioni ridotte quelle più apprezzati ma crescono anche i furti dei preaffettati e dei pregrattugiati. Il furto di prodotti alimentari nei supermercati è favorito dal fatto che – segnala il sodalizio – la maggior parte dei prodotti esposti non è protetta (molto spesso soltanto le bottiglie di vini e spumanti di maggior pregio ad avere una capsula antifurto simile a quella dei capi di abbigliamento nei grandi magazzini) anche se i commercianti stanno sempre più rivolgendo la loro attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza delle merci.
Il problema dei furti nei supermercati è strettamente collegato alla sempre più diffusa povertà. E' la stessa Coldiretti a stimare la presenza di oltre 3,1 milioni di italiani che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dei poveri promossa da papa Francesco, sulla base dei dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead). L’indigenza alimentare riguarda sia i paesi poveri che quelli ricchi come l’Italia, dove il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni.
Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.
EFA News - European Food Agency