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Forum Coldiretti/2. Cucina italiana: il 31,6% non vi rinuncia nemmeno all'estero

Nel mondo la ristorazione del Bel Paese vale 205 mld euro, ma ci sono 120 mld di "sounding"

Quasi 1 italiano su 3 (31,6%) in viaggio all’estero cerca locali e ristoranti dove può mangiare italiano per non rinunciare ai sapori di una tavola considerata la migliore del mondo e candidata dal Governo a diventare patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Censis su “La guerra in tavola” diffusa in occasione dell’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House – Ambrosetti a Villa Miani a Roma (leggi notizia EFA News).

Nonostante il rischio sempre in agguato di ricette “sbagliate” o ingredienti taroccati, la ristorazione all’italiana – evidenzia Coldiretti - è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%) secondo l’analisi della Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte.
 
Una rete commerciale che rappresenta troppo spesso il mercato di sbocco di oltre 120 miliardi di falsi cibi italiani con un “turbo marketing” selvaggio che spesso stravolge i piatti della dieta italiana con piatti e ricette improponibili: dagli spaghetti con polpette in lattina ai rigatoni con pollo e pesto. Senza dimenticare – sottolinea Coldiretti – che una delle ricette più popolari negli Usa, la “macaroni and cheese”, si ottiene cucinando la pasta con una salsa a base di formaggio, molto spesso cheddar di produzione Usa. Per non parlare della carbonara che negli States preparano col bacon al posto del guanciale e la panna o lo yogurt per dare consistenza o il pesto che viene usato come una salsa da usare su tutto, dai crostini al pane fino al pollo. Esistono anche – precisa Coldiretti – varianti di ricette della tradizione popolari come la bruschetta che negli Usa si è trasformata nel garlic bread con il pane imbottito di pezzi di aglio o annegato nel burro aromatizzato all’aglio.

E se in Italia il condimento immancabile è a base di olio extravergine di oliva, all’estero si usa spesso l’olio di soia. Una flessibilità che riguarda anche i piatti più semplici della tradizione tricolore come la caprese con la versione americana che utilizza la mozzarella di produzione locale, molto diversa da quella italiana e non solo nella forma.
 
“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani che hanno raggiunto nel mondo l’astronomica cifra di 120 miliardi di euro ed è anche per questo che è importante fare chiarezza sulla cucina italiana nel mondo con il riconoscimento come patrimonio Unesco”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “il valore delle esportazioni di cibo Made in Italy ha raggiunto il record storico di 60,7 miliardi ma sono convinto che ci siano le condizioni per arrivare a 100 miliardi nel 2030, utilizzando il Pnrr per colmare il gap infrastrutturale e logistico del nostro Paese ma anche mettendo uno stop alla contraffazione alimentare internazionale”.

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EFA News - European Food Agency
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