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Bere tanto fa bene, anche d'inverno

Osservatorio Sanpellegrino offre spunti per una corretta idratazione nei mesi più freddi

Con l’arrivo della stagione invernale e il calo repentino delle temperature il rischio di disidratazione, comunemente associato alla stagione calda, viene spesso sottovalutato: uno dei principali fattori di rischio però è proprio il freddo. Se infatti in estate, a causa delle alte temperature, il nostro organismo ci porta a idratarci con più facilità, durante la stagione invernale invece lo stimolo della sete diminuisce drasticamente. Il freddo invernale, inoltre, induce spesso a sottovalutare la perdita di liquidi cui è soggetto il nostro corpo attraverso la respirazione, la sudorazione, dovuta all’utilizzo di un abbigliamento più pesante e all’eccessiva climatizzazione degli ambienti, o anche attraverso la maggiore frequenza della minzione dovuta alle temperature più rigide. Proprio per questa ragione anche in questa stagione, per preservare la nostra salute, è importante seguire una corretta idratazione.

“Con l’arrivo dei primi freddi la nostra attenzione è tutta concentrata sul pericolo di contrarre i cosiddetti malanni di stagione, come i temuti quanto diffusi virus influenzali, e questo ci porta a proteggere il nostro corpo ricorrendo a indumenti pesanti, facendoci sudare di più e esponendoci così alla disidratazione – commenta il professor Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e membro della International Stockholm Water Foundation, e aggiunge –. Ciò che spesso dimentichiamo, o sottovalutiamo, è che proprio nella stagione invernale il corpo umano può essere maggiormente esposto al rischio di incorrere in un deficit idrico. Il motivo è da ricondurre a una minor sensibilità del nostro organismo allo stimolo della sete, dovuta in primo luogo al meccanismo della vasocostrizione, messo in atto dal nostro corpo in risposta alle basse temperature esterne”. 

Attraverso la vasocostrizione si verifica infatti una contrazione di vene e arterie che provoca una riduzione della circolazione del sangue nelle zone periferiche ed esterne del nostro corpo. Se da un lato ciò permette al nostro organismo di conservare il calore al proprio interno e di mantenere costante la temperatura degli organi interni, dall’altro influisce sulla reattività del nostro cervello ai segnali inviati dall’organismo, come lo stimolo della sete. 
“Il senso della sete è certamente un campanello di allarme importante, utilizzato dal nostro corpo per ricordarci che è arrivato il momento di bere, ma è al tempo stesso già un rilevante segnale di disidratazione e in quanto tale andrebbe addirittura anticipato – precisa il professor Zanasi –. Si pensi ad esempio allo stress idrico cui è sottoposto il nostro corpo quando siamo in montagna a sciare: l’abbondanza di neve potrebbe indurci a sottovalutare la quantità di liquidi e sali minerali persi sudando, con il rischio di favorire l’insorgenza di crampi e di altri sintomi legati alla disidratazione. O ancora quando, semplicemente respirando, eliminiamo una quantità di acqua superiore a quella rilasciata in presenza di temperature più miti”.

In conclusione, occorre dunque non sottovalutare il rischio disidratazione durante l’inverno: anche nei mesi più freddi, infatti, per mantenere un corretto bilancio idrico, è importante integrare il semplice gesto di bere acqua durante la giornata, creando una vera e propria routine che ci aiuti a non dimenticarlo.

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EFA News - European Food Agency
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