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Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

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Verona. Il Museo del Vino cerca casa (e forse l'ha trovata)

Ai tre progetti al vaglio se ne aggiunge un altro: 11 mila mq da un soggetto istituzionale pubblico-privato

Ricomincia la caccia alla sede per il MuVin, il Museo del vino di Verona, e pare che stavolta le cose comincino a farsi "serie". Lo dice Enrico Corsi, consigliere regionale e ideatore del Museo del vino, spiegando i possibili sviluppi che potrebbero interessare il progetto di insediamento del Muvin in città.

“In questo momento -spiega il presidente della Fondazione MuVin Diego Begalli riportato da Nordest Economia- ci sono tre diversi soggetti che a vario titolo sono coinvolti dalla realizzazione ma, da qualche giorno, se n’è aggiunto un altro con prospettive molto interessanti, visto che potrebbe mettere a disposizione una struttura già esistente in un’area alle porte di Verona da circa 11mila metri quadrati. Contiamo di poter firmare una lettera d’intenti entro gennaio”.

All’inizio, il programma era quello di insediare il museo nelle ex Gallerie Mercatali, su Viale del Lavoro e proprietà di Verona Fiere, poi c'è stata una seconda ipotesi proposta al Comune di Verona da parte di un fondo di investimento romano che prevede di collocare il MuVin all’interno di un mega progetto di riqualificazione nell’area semicentrale delle ex cartiere Fedrigoni (leggi EFA News).

Adesso, mentre il Comune di Verona sta esaminando il progetto, arriva questa terza ipotesi avanzata da un soggetto istituzionale ancora sconosciuto, di natura mista pubblico privata. "Se dovessimo partire con un progetto immobiliare ex novo -sottolinea Begalli, che è anche prorettore dell’Università di Verona- dovremmo partire con un investimento da 50 milioni di Euro, parte in equity e parte in prestito, con tempi di circa 4/5 anni. Se invece potessimo contare su una struttura già esistente l’investimento sarebbe inferiore ai dieci milioni con tempi di un anno o due”.

Il progetto del Museo internazionale del vino di Verona risale a un paio di anni fa: l'obiettivo era dare vita a una struttura che possa fare concorrenza italiana ai già esistenti musei analoghi di Bordeaux in Francia e a Porto in Portogallo, attirando visitatori e di consolidando il primato enogastronomico di Verona offrendo al contempo una sponda permanente al famoso “Vinitaly”.

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