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Cibi in provetta: tutti i rischi (che non dicono) sulla salute

Pulina (Carni sostenibili): "Pieni di ormoni e antibiotici, possono attivare lo sviluppo di cellule tumorali"

Si parla spesso dei rischi che lo sdoganamento della carne coltivata in laboratorio apporterebbe nei confronti dell'economia agroalimentare italiana. Relativamente meno eco sta avendo il dibattito sulla salubrità degli stessi cibi sintetici. Tuttavia sul tema non mancano solidi dati scientifici. In una sua relazione presentata alcuni mesi fa in Senato, durante il dibattito parlamentare sul disegno di legge Lollobrigida-Schillaci, il professor Giuseppe Pulina (docente di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti all’Università di Sassari e presidente di Carni Sostenibili) volle fare luce sulle numerose contraddizioni dei nuovi cibi, evidenziandole punto per punto.

Il primo nodo critico individuato da Pulina sta nell'abbondante presenza di ormoni e antibiotici nei prodotti da laboratorio. "Nonostante i fautori sostengano il contrario - afferma il docente - la più estesa review sulle colture di cellule muscolari conferma che la coltivazione della carne artificiale in laboratorio necessita di diversi fattori anabolici di moltiplicazione cellulare quali il GH o l’Igf e di crescita ipertrofica quali esempio gli androgeni, in particolare il testosterone, che aumentano la massa muscolare in vitro, in un ambiente costituito nel bioreattore molto più ricco di fattori anabolizzanti di quelli naturalmente prodotti da un animale in accrescimento".

"Inoltre - prosegue Pulina - non si conosce ancora il comportamento nel nostro organismo dei cataboliti, sia naturalmente presenti in una massa cellulare a proliferazione e accrescimento extracorporei rapidi, nonché dei fattori di crescita artificialmente aggiunti, quindi la loro bio-dinamica, le modalità di accumulo e di rimozione. E non è noto nemmeno il loro effetto sulla salute umana".

Il presidente di Carni Sostenibili mette quindi in luce "ben 53 i pericoli per la salute emersi da uno studio della Fao in collaborazione con l’Oms, che ha valutato la sicurezza dei cibi artificiali. È proprio l’utilizzo dei fattori di crescita e degli ormoni impiegati nei bioreattori per innescare e accelerare l’abnorme crescita cellulare della biomassa muscolare e, in particolare, il meccanismo di proliferazione cellulare, in cui la differenziazione da cellule staminali in mioblasti è bloccata, a innalzare il rischio di mutazioni incontrollate ed inquietare gli esperti". 

Secondo lo studioso, infatti, "ci sono rischi concreti che queste molecole bioattive possano interferire e disturbare il metabolismo umano e attivare lo sviluppo di forme tumorali. In zootecnia gli ormoni correntemente inseriti nel processo di produzione della carne artificiale sono vietati da oltre 40 anni e consentirne l’uso è una delle tante contraddizioni di questa produzione. Come l’utilizzo di antibiotici, più che dimezzato in zootecnia in dieci anni (-59%) e impiegati invece nella produzione di carne sintetica, mixati a volte con antimicotici".

Dopo aver citato l'ormai cruciale rapporto dell'Università della California di Davis, in conclusione Pulina sintetizza: "La carne artificiale non risolverà sicuramente i presunti problemi legati al consumo di carni e salumi, ma ne creerà altri, sia per la salute umana che per l’ambiente. Sarebbe meglio conoscere bene tutti questi aspetti, prima di buttarsi a capofitto con investimenti importanti in una strada a fondo cieco".

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EFA News - European Food Agency
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