Campari, il mercato valuta l'acquisizione Courvoisier
Il titolo soffre: a 1,3 miliardi, l'operazione costa troppo, secondo alcuni investitori
Le valutazioni degli analisti di Banca Akros, Equita, Intesa Sanpaolo e Barclays.
ha recuperato qualcosina oggi in Borsa Campari che ha chiuso la prima seduta della settimana con uno striminzito rialzo dello 0,9%. Pochino, rispetto alla perdita di 2,7% registrata venerdì scorso, 15 dicembre e da addebitare a quella che è stata presentata come la più grande acquisizione della sua storia, probabilmente l’ultima operazione importante del ceo Robert Kunze-Concewitz, che ha annunciato il ritiro ad aprile del prossimo anno.
Al mercato, insomma, non piace Courvoisier, almeno a guardare l'andamento del titolo. Non va giù agli investitori l'annuncio di avere avviato trattative in esclusiva con Beam Santory per acquisire il 100% della società che controlla il prestigioso marchio di cognac, 4° player mondiale nel cognac con una market share del 5% (Hennessy, Remy Cointreau e Pernod Ricard controllano l’83% del mercato) insieme alle relative strutture produttive.
Soprattutto non va giù che Campari, per chiudere l'operazione, abbia messo sul tavolo 1,32 miliardi di Euro, un enterprise value in assenza di debito/cassa che fa 16 volte il rapporto Ev/Ebitda: di questi 1,3 miliardi, 1,2 miliardi vengono calati al closing (atteso nel 2024) e 120 milioni di Euro come earn-out al 2029 in base al raggiungimento del target di vendite per il 2028. Il valore include 365 milioni di dollari di liquido in invecchiamento a magazzino, a supporto della crescita futura (leggi EFA News).
"L'accordo con Courvoisier, il cui perfezionamento è previsto nel 2024, "ha un senso strategico per Campari in termini di marchi, posizionamento premium e distribuzione. Non è a buon mercato, ma ha un forte potenziale di crescita all'interno del gruppo", sottolineano gli esperti di Banca Akros.
Questo anche perché, dopo un bridge financing, la società si riserva di valutare alternative di finanziamento anche con un mix di debito/equity a seconda del contesto di mercato. In caso di finanziamento interamente a debito il rapporto debito/ebitda pro-forma ad oggi salirebbe vicino a 4 volte (rispetto a 2,3 volte attese al 2023 stand-alone) «ma pensiamo potrebbe rientrare sotto 3 volte già nel 2025», scrivono gli analisti.
Corvoisier, nel 2022 ha realizzato un fatturato di 249 milioni di dollari: il 60% negli Stati Uniti, il 16% in Gran Bretagna, il 9% in Cina e il 3% nel Travel Retail, registrando un Caap (Contribution after A&P, advertising and promotion) di 78 milioni di dollari.
Non tutti gli analisti, però, sono d'accordo col mercato. Equita Sim sottolinea che "si tratta dell’acquisizione più rilevante della storia del gruppo (dopo Grand Marnier, con un Ev di 652 milioni nel 2016)" e vede "un forte razionale strategico". Con questa operazione, infatti, Campari rafforza il portafoglio con un brand premium, aumentando l’esposizione al mercato Usa e aprendo un’importante opportunità di sviluppo nel medio-termine in Asia. Inoltre, entra nella categoria del cognac che, con un’incidenza pari all’8% delle vendite proforma 2022, rappresenterà il quarto pilastro della crescita del gruppo, insieme ad aperitivi (36%), tequila (8%) e bourbon (8%).
Terzo elemento di forza dell'operazione: Courvoisier, sottolineano da Equita, "coerentemente con le dinamiche di settore, sta vedendo un calo temporaneo legato alla normalizzazione della domanda in Usa e al destocking (fatturato -33% nei primi 10 mesi del 2023), ma il management è fiducioso sulla crescita strutturale della categoria caratterizzata da un forte pricing power e da un trend strutturale di premiumization nei principali mercati ovvero Cina (35% del valore retail), Usa (25%) e travel retail (sopra il 10%)".
L’operazione, aggiungono gli esperti di Equita, "conferma la capacità del gruppo di cogliere importanti opportunità strategiche a prezzi ragionevoli, anche se con impatto sulla valutazione sostanzialmente neutrale e un profilo di indebitamento più elevato". Il titolo tratta a 25,5 volte il rapporto prezzo/utili atteso al 2024, a premio del 43% rispetto allo Stoxx Food&Beverage e rispetto al 57% medio del periodo 2018-22 e 45% pre-pandemia, calcola la Sim milanese.
Anche le prospettive di Courvoisier sono positive. "In via preliminare -scrivono da Equita- assumiamo che entro il 2027 Courvoisier possa rivedere fatturato e margini del 2022 (maggiore gross margin compensato da maggiori costi di A&P e vendita), per poi beneficiare di ulteriore crescita e miglioramento del gross margin. Per tutto questo, Equita conferma il rating hold e il target price di 11,2 Euro (dagli attuali 10,10 Euro) su Campari. Il motivo? Il titolo sarebbe "un'importante opportunità strategica a prezzi ragionevoli".
Anche per gli analisti di Barclays il titolo Campari vale la candela: l'agenzia conferma rating equalk weight con un target price a 11,3 Euro. Gli esperti fanno notare che, "dopo una crescita significativa durante il covid, il cognac statunitense è stata la categoria più colpita da una forte normalizzazione della domanda nel 2023, finita con due profit warning di Remy Cointreau quest'anno".
Ok anche per gli analisti di Intesa Sanpaolo: su Campari loro confermano il rating hold con target price a 10,4 Euro. Secondo gli esperti, al valore di 1,2 miliardi di dollari (escluso l’earn-out) e un rapporto Ev/Caap implicito di 17 volte rispetto alle 11 volte di Campari, l'incremento dell’utile per azione (eps) "sarà limitato a una singola cifra fino al 2027, a meno che la domanda di cognac non acceleri significativamente dopo il forte calo di quest'anno per una massiccia riduzione delle scorte a seguito della normalizzazione dei consumi".
EFA News - European Food Agency