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CLARA MOSCHINI

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Nestlè paga di più gli agricoltori di Fonterra

Soldi aggiuntivi agli operatori che raggiungono gli obiettivi di sostenibilità

Il primo accordo l'anno formato esattamente un anno fa, il 13 dicembre 2022 per la commercializzazione di prodotti lattiero-caseari (leggi EFA News). Adesso Fonterra, il più grande esportatore di prodotti lattiero-caseari del mondo, e Nestlé, multinazionale alimentare, danno il via a una nuova intesa che prevede che il gigante alimentare effettui pagamenti aggiuntivi agli agricoltori neozelandesi che raggiungono gli obiettivi di sostenibilità. 

La partnership siglata un anno fa, infatti, comporta diversi progetti legati agli obiettivi di sostenibilità e, in particolare, alla riduzione delle emissioni nelle aziende agricole. "A un anno dall'annuncio di una partnership volta a ridurre le emissioni nelle aziende agricole -sottolinea la cooperativa in un comunicato ufficiale-, Fonterra e Nestlé sono liete di confermare il prossimo passo che stanno compiendo per sostenere gli agricoltori nelle loro azioni di sostenibilità".

Secondo i termini dell'accordo appena annunciato, Nestlé finanzierà un pagamento aggiuntivo agli agricoltori che raggiungeranno uno dei tre livelli del quadro di riferimento di Fonterra "The Co-operative Difference" durante la stagione 2023/24. La previsione della cooperativa neozelandese per l'anno fiscale 2024 per quanto riguarda il prezzo del latte alla stalla, cioè il prezzo che paga agli allevatori, è compresa tra 7 e 8 dollari neozelandesi, ossia fra 3,99 e 4,57 Euro al chilo: a seconda del numero di allevatori che raggiungono questi livelli, Fonterra prevede che il pagamento aggiuntivo agli allevatori sarà di circa 1-2 centesimi neozelandesi per chilo di sostanza secca del latte.

"Siamo lieti di collaborare con Nestlé per dare un riconoscimento agli agricoltori della cooperativa che sono all'avanguardia nelle migliori pratiche del settore", spiega Miles Hurrell, ceo di Fonterra-. Lavorando in partnership, possiamo crescere insieme in modo sostenibile, con l'obiettivo di produrre latte a minori emissioni di carbonio in futuro".

"Nestlé si rifornisce di prodotti lattiero-caseari dalla Nuova Zelanda da oltre cento anni -aggiunge Jennifer Chappell, ceo di Nestlé Nuova Zelanda-. Continueremo a sostenere gli agricoltori, insieme ai nostri partner, per sviluppare nuove opportunità economiche e ridurre le loro emissioni di gas serra. Questa mossa incoraggerà un'azione ancora maggiore da parte di agricoltori, ricercatori e politici a sostegno di una giusta transizione per l'industria lattiero-casearia, che a sua volta aiuterà l'industria e gli allevatori a sfruttare al meglio le opportunità economiche presentate dal passaggio a emissioni più basse."

Aggiornando i propri obiettivi di sostenibilità il mese scorso, Fonterra ha rivelato l'ambizione di arrivare a zero emissioni entro il 2050: gli obiettivi per il 2030 includono una riduzione del 30% delle emissioni in azienda. L'azienda afferma che il suo programma The Co-operative Difference premia gli agricoltori che soddisfano determinati criteri in cinque aree: ambiente, animali, "persone e comunità", latte e "cooperazione e prosperità".

Le iniziative annunciate in precedenza da Fonterra e Nestlé in questo settore comprendono la collaborazione con il co-partner Dairy Trust Taranaki per testare soluzioni in un'azienda agricola di proprietà di Fonterra a Taranaki, una delle 16 regioni della Nuova Zelanda situata nella parte occidentale dell'Isola, nel Nord. L'obiettivo è verificare se, nei prossimi cinque-dieci anni, questa potrebbe diventare la prima azienda lattiero-casearia commercialmente sostenibile a zero emissioni di carbonio in Nuova Zelanda.

A livello globale, Nestlé sta investendo 1,2 miliardi di franchi svizzeri, pari a oltre 1,27 miliardi di Euro, entro il 2025 per far progredire l'agricoltura rigenerativa e ridurre le emissioni: l'obiettivo è quello di generare il 50% dei suoi ingredienti con metodi di agricoltura rigenerativa entro il 2030.

In ottobre, Fonterra e Nestlé hanno completato la vendita della joint venture DPA Brasil alla major lattiero-casearia francese Lactalis, operazione annunciata un anno fa ma bloccata da un processo di approvazione normativa (leggi EFA News).

Pochi giorni fa la cooperativa neozelandese ha annunciato di avere riportato "forti guadagni" per il primo trimestre dell'anno fiscale, "grazie al miglioramento delle prestazioni" in tutti e tre i suoi canali di vendita.

"Di conseguenza -sottolinea Hurrell-, abbiamo alzato di 5 centesimi per azione il punto medio delle nostre previsioni sugli utili per l'anno, spostando l'intervallo da 45-60 centesimi per azione a 50-65 centesimi per azione". L'utile di Fonterra al netto delle imposte è aumentato dell'85% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, raggiungendo 392 milioni di dollari americani, pari a 24 centesimi per azione. "Questi guadagni -spiega l'azienda- derivano dalle attività continuative ed escludono i risultati e l'impatto della vendita di DPA Brazil".

Fc - 36833

EFA News - European Food Agency
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