Le ostriche francesi diventano un caso
Il divieto di pesca e vendita dopo alcune intossicazioni costa ai produttori 7 mln euro
Si aggrava la crisi delle ostriche in Francia. Dopo lo stop alla produzione e alla vendita dei pregiati molluschi scattato il 28 dicembre scorso nella regione di Arcachon, nel Sud-Ovest vicino a Bordeaux, a causa di casi di intossicazione (leggi EFA News), adesso arriva il conto da pagare. Salato. I produttori della zona, considerata una delle principali per le ostriche, fanno la prima conta delle perdite e annunciano di avere registrato 7 milioni di Euro di mancato guadagno, di cui 5 milioni di Euro di deficit in termini di margine lordo. E ora, visto che si trovano in seria difficoltà, lanciano pure un appello allo Stato per un risarcimento.
Il 27 dicembre è scattato il divieto di produzione e vendita di ostriche e il 3 gennaio nella Vandea a causa di un'intossicazione alimentare: casi di gastroenterite che hanno fatto scoppiare gli ospedali della regione sud-occidentale francese. Tutto è nato, pare, da una serie di malesseri legati al "norovirus", causa più comune di gastroenterite e che si prende da cibo infetto. Al quotidiano Le Monde, i produttori avevano denunciato "un problema noto da tempo: la saturazione degli impianti di smaltimento delle acque piovane e delle acque reflue". Le piogge, non essendo state smaltite, si sarebbero riversate in mare, contaminando le aree di allevamento dei molluschi diventate insalubri.
Come dicevamo, altre intossicazioni sono state riscontrate, nei giorni scorsi, nella zona intorno a Nantes, nell’area a nord della baia di Bourgneuf, nella Loira Atlantica e nella regione della Vandea. Anche qui, dal 3 gennaio, vige il divieto di vendita e sempre per lo stesso motivo: contaminazione da norovirus.
Nell'interesse della salute dei consumatori, Étienne Guyot, prefetto della regione Nouvelle-Aquitaine e della Gironda, in consultazione con i rappresentanti delle organizzazioni professionali di pesca e molluschicoltura, ha vietato la pesca, la raccolta e la commercializzazione per il consumo di molluschi nel bacino di Arcachon. In questo contesto, ha assicurato all'industria delle ostriche il pieno sostegno dello Stato per aiutare le imprese a far fronte alla situazione.
Tutto perché questo danno è accaduto proprio nel periodo peggiore, o meglio, nel periodo più florido, quello delle vacanze di Natale e, soprattutto, del capodanno, quando il consumo del mollusco raggiunge il top: un'impasse che ha privato gli allevatori del fatturato più importante dell'anno, visto che i due terzi della produzione locale vengono venduti a Natale e un terzo a Capodanno.
"Sono già state messe in atto misure eccezionali per aiutare i professionisti che hanno difficoltà a far fronte al pagamento dei debiti fiscali -sottolinea il comunicato della prefettura-. Di conseguenza, possono essere concesse misure di sostegno, tra cui proroghe delle scadenze, piani di pagamento o elaborazione accelerata delle richieste di rimborso del credito Iva".
"Oltre a queste misure fiscali -aggiunge la nota- se l'entità dei debiti fiscali e previdenziali di un'azienda lo giustifica, il caso può essere esaminato dalla Commission des chefs des services financiers (CCSF), al fine di prendere in considerazione un piano di pagamento unico per un periodo significativo. Inoltre, aggiunge la nota, i datori di lavoro interessati dal decreto prefettizio del 27 dicembre 2023 possono beneficiare di un'attività parziale per i loro dipendenti".
Nei prossimi giorni, prosegue la nota ufficiale, "il prefetto inviterà i sindaci del bacino di Arcachon, il presidente della Siba, ossia il Syndicat intercommunal du Bassin d'Arcachon, il presidente del consiglio regionale della Nouvelle-Aquitaine, il presidente del consiglio dipartimentale della Gironda e il presidente del sindacato congiunto dei porti del bacino di Arcachon, a partecipare a una riunione per fare il punto sugli aiuti agli ostricoltori previsti da ciascuno di loro e sugli investimenti da realizzare in termini di drenaggio e gestione delle acque piovane".
Il divieto di pesca, raccolta e commercializzazione dei molluschi, conclude la nota ufficiale, potrebbe essere revocato il 19 gennaio se le analisi saranno favorevoli.
"Per il momento, il governo si assicura che le aziende che hanno problemi di liquidità, sociali o fiscali siano prese in considerazione e sostenute -spiega Etienne Guyot-. Allo stesso tempo, stiamo mettendo insieme un dossier completo, basato sulle informazioni fornite dall'industria, che invierò al Segretario di Stato per il Mare, basato sui fatti, sull'analisi dei servizi e sulle cifre, perché non esiste un sistema europeo per tenere conto dell'impatto di questo virus".
EFA News - European Food Agency