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Electrolux, quarto trimestre nero

In attesa dell'incontro coi sindacati del 17 gennaio, la casa madre svedese annuncia numeri negativi

Nell'attesa dell'incontro fissato per mercoledì prossimo, 17 gennaio a Bologna tra azienda e sindacati, riunione nella quale potrebbe decidersi il futuro degli esuberi italiani del gruppo, Electrolux mostra i conti del quarto trimestre chiuso inn perdita. L'utile operativo del gruppo è stimato a -3,2 miliardi di corone svedesi, cioè è in perdita per 284 milioni di Euro (-2%), decisamente di più rispetto al già sensibile -168 milioni di Euro dello stesso periodo del 2022. 

A picchiare duro sui conti del gruppo è stata soprattutto la performance (negativa) del Nord America: la perdita nell'area di business è stimata in circa -1,4 miliardi di corone svedesi, pari a oltre 123 milioni di Euro. Il principale fattore alla base della perdita in Nord America, sottolinea il comunicato ufficiale della società svedese, "è stata l'intensificazione della pressione sui prezzi e la debolezza della domanda durante il Black Friday e nel resto dell'anno. La discrepanza dei costi tra la produzione in Nord America e quella in alcune zone dell'Asia, a causa dell'impatto della valuta, delle materie prime e dell'inflazione, ha portato a un abbassamento dei prezzi di mercato, in particolare per quanto riguarda la refrigerazione, che è una categoria chiave per l'area di business Nord America".

Come comunicato in precedenza, spiega l'azienda, "la finalizzazione della transizione della produzione di piani di cottura a Springfield dallo stabilimento precedente, chiuso nel trimestre, al nuovo stabilimento ha avuto un impatto negativo sugli utili in Nord America, sia in termini di costi aggiuntivi che di impatto sulla disponibilità dei prodotti. L'avvio del nuovo stabilimento di Springfield dovrebbe essere completato in termini di volumi e di efficienza dei costi entro la fine del 2024".

L'impatto netto negativo delle voci non ricorrenti nel quarto trimestre, pari a circa 2,5 miliardi di corone svedesi (quasi 22 milioni di Euro), è costituito da tre voci: l'ampliamento del programma di riduzione dei costi a livello di gruppo e di turnaround in Nord America; la dismissione del patrimonio immobiliare di Memphis e la riduzione di valore. A questi si è aggiunta la svalutazione delle attività dovuta alla formazione della nuova area di business Europa, Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa pari a circa 18 milioni di Euro.

A questo punto, per i risultati definitive le questioni circa esuberi e licenziamenti non resta che attendere, per quanto concerne il gruppo, il rapporto finale per il quarto trimestre 2023 che sarà pubblicato il 2 febbraio 2024. Fino a quella data, la società ha detto che "non farà ulteriori commenti".

Nel frattempo il gruppo ha annunciato il suo secondo obiettivo climatico basato su dati scientifici "per ridurre le emissioni di gas serra nei prodotti e nelle operazioni, a sostegno dell'accordo sul clima di Parigi". Il nuovo obiettivo, sottolinea la nota dell'azienda, arriva dopo che il Gruppo ha raggiunto il suo precedente obiettivo basato su dati scientifici con tre anni di anticipo rispetto al piano. 

Il nuovo obiettivo mira a ridurre le emissioni dirette e indirette dell'azienda derivanti dalle proprie attività (ambito 1 e 2) dell'85% e a ridurre le emissioni assolute dell'ambito 3 del Gruppo (uso di prodotti venduti, materiali, trasporto di prodotti e viaggi di lavoro) del 42% tra il 2021 e il 2030. L'obiettivo è in linea con l'accordo di Parigi sul clima, che mira a mantenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5° in questo secolo per evitare gli impatti più gravi del cambiamento climatico.

"Siamo molto orgogliosi che il nostro secondo obiettivo climatico su base scientifica sia stato approvato alla fine del 2023 dall'iniziativa Science Based Targets, dopo aver raggiunto il nostro primo obiettivo su base scientifica con tre anni di anticipo rispetto al piano. Siamo concentrati a mantenere il nostro slancio per guidare l'azione per il clima lungo tutta la nostra catena del valore", sottolinea Jonas Samuelson, ceo del Gruppo Electrolux.

"Il nuovo obiettivo basato sulla scienza ci porterà vicino alle emissioni zero nelle operazioni entro il 2030, nonostante le difficili prospettive economiche globali e alcuni processi produttivi da affrontare insieme ai nostri fornitori -spiega Elena Breda, chief Technology and sustainability officer del gruppo Electrolux-. Poiché circa l'85% dell'impatto climatico globale di un elettrodomestico è generato quando è in uso, l'offerta di prodotti efficienti dal punto di vista delle risorse e dell'energia è l'ambito in cui possiamo avere il maggiore impatto positivo sul clima e il nostro obiettivo scope 3 sostiene il nostro lavoro in tal senso". 

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EFA News - European Food Agency
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