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Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

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Nuovo Centro di Studi e ricerca sul cibo sostenibile

Da Università di Scienze gastronomiche e Politecnico Torino, avrà sede a Pollenzo

È stato presentato oggi a Torino il nuovo Centro di Studi e ricerca sul cibo sostenibile, realizzato da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dove avrà sede, in provincia di Cuneo. Vedrà in Carlo Petrini, fondatore di Slow Food il suo presidente, proponendosi, di fatto, come centro rappresentativo di un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all’ecologia, all’agricoltura e al consumo sostenibili, all’educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all’economia circolare, alle politiche alimentari, all’innovazione. L'obiettivo del nuovo soggetto è quello di "attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema". 

Il Centro, spiega il comunicato, sarà un "luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici di Unito, Polito, UniUPO e UniSG, secondo una logica di laboratorio diffuso che sfrutta e valorizza le infrastrutture di eccellenza già presenti nelle sedi degli Atenei piemontesi".

Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, "con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta". 

Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali: quella della salute e del benessere e quello della società e della comunità". Questo significherà, sottolinea la nota, "non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alumni delle università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo".

“La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi di produzione alimentare devono essere progettati per tenere in considerazione questo aspetto -spiega Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino-. L’Università di Torino metterà a disposizione del Centro tutte le sue competenze tecnico-scientifiche, socio-politiche e giuridiche utili ad affrontare correttamente la complessità dello scenario attuale, così da promuovere ricerca ed innovazione in ambito alimentare e contribuire alla creazione di un ecosistema territoriale capace di condurre progetti strategici e attrarre finanziamenti pubblici e privati”.

"Il centro di ricerca sul cibo -aggiunge Bartolomeo Biolatti, rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche- nasce con lo scopo di far convergere e incontrare le diverse competenze promuovendone il confronto e la collaborazione. L’Università di Scienze Gastronomiche ha dimostrato di saper proporre percorsi nuovi per formare i professionisti del futuro, ha progettato e realizzato nuovi modelli di integrazione dei luoghi del sapere con il sistema produttivo e le comunità. Prototipi che possono essere sperimentati, integrati e migliorati in collaborazione con gli altri atenei, definendo soluzioni nuove per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Un importante contributo alla riduzione dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente e sulla salute unica".

"L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo di indispensabile -fa notare Carlo Petrini, presidente del Centro e dell’Università di Scienze Gastronomiche-. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Lo ribadisco soprattutto alla luce della centralità che il cibo ha, e sempre più dovrà avere, nel periodo storico che stiamo attraversando. La crisi climatica che attanaglia il nostro Pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari, che in questo senso si pongono come vittima (la produzione di cibo sarà interamente da ripensare per via del riscaldamento globale) e carnefice (oggi il cibo è la principale causa della produzione di CO2). Per questi motivi la ricerca sul cibo e l’educazione alimentare saranno i punti nevralgici per un avvenire più sostenibile. Una maggiore attenzione verso il Pianeta è ciò che le nuove generazioni hanno già iniziato a chiedere e che davvero necessitano per realizzare nel miglior modo possibile il loro futuro”.

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EFA News - European Food Agency
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