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La Ue punta il dito sugli allevatori di salmone norvegese

Avrebbero violato le norme antitrust: Mowi e Lerøy Seafood Group respingono le accuse

Gli allevatori norvegesi di salmone hanno violato le norme antitrust. Lo dicono i risultati preliminari di un'indagine della Commissione europea i quali hanno rilevato che le principali aziende norvegesi del settore ittico hanno violato le norme antitrust Ue. Un brutto colpo per a Norvegia che rappresenta oltre la metà della produzione mondiale di salmone atlantico d'allevamento e l'UE ne è il principale importatore.

La Commissione ha informato le aziende delle risultanze dell'indagine con un "documento di comunicazione degli addebiti": si tratta di giganti del settore come Cermaq, Grieg Seafood, Bremnes, Lerøy, Mowi e SalMar. Mowi e Lerøy hanno già respinto le conclusioni della Commissione Ue.

"La concorrenza è essenziale per garantire ai consumatori l'accesso agli alimenti a prezzi accessibili -ribadisce Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo responsabile della politica di concorrenza-. Temiamo che sei produttori di salmone si siano scambiati informazioni commercialmente sensibili con l'obiettivo di limitare la concorrenza sul mercato, a scapito dei clienti europei. Le aziende interessate hanno ora la possibilità di rispondere alle nostre preoccupazioni". Nella sua dichiarazione, la Commissione ha affermato che il suo parere preliminare sostiene che le società "hanno violato le norme antitrust dell'Ue colludendo per distorcere la concorrenza nel mercato delle vendite spot di salmone atlantico d'allevamento norvegese nell'Ue". I prezzi spot sono quelli per i quali prezzi, volumi e altre condizioni di vendita sono concordati per ogni vendita, sulla base delle condizioni di mercato del giorno.

"La Commissione -prosegue la dichiarazione ufficiale-teme che, tra il 2011 e il 2019, i sei produttori di salmone si siano scambiati informazioni commercialmente sensibili relative ai prezzi di vendita, ai volumi disponibili, ai volumi di vendita, ai volumi di produzione e alle capacità produttive, nonché ad altri fattori di determinazione dei prezzi. L'obiettivo di questa presunta condotta era quello di ridurre la normale incertezza nel mercato delle vendite spot di salmone atlantico d'allevamento norvegese nell'UE". La Commissione ha dichiarato che, se il suo parere preliminare sarà confermato, questa condotta viola l'articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che vieta i cartelli e altre pratiche commerciali restrittive. Se, dopo aver ascoltato le obiezioni, si riscontrano prove sufficienti di un'infrazione, la Commissione può adottare la decisione che vieta la condotta e imporre una multa fino al 10% del fatturato mondiale annuo di un'azienda.

"Mowi contesta il parere preliminare della Commissione -sottolinea l'azienda- e le caratteristiche del presunto comportamento nel mercato del salmone atlantico norvegese d'allevamento e ritiene fermamente che non vi sia stata alcuna violazione delle norme sulla concorrenza. Mowi ora esaminerà attentamente la dichiarazione della Commissione e risponderà per iscritto, seguendo la procedura standard".

Sulla stessa lunghezza d'onda un'altra azienda, ossia Lerøy Seafood Group che, in una dichiarazione ha messo in risalto che l'azienda "respinge con forza le accuse della Commissione. LSG si impegna a garantire il rispetto delle leggi sulla concorrenza e compete sempre vigorosamente per offrire ai clienti i prodotti e le condizioni migliori. LSG -prosegue la nota- ha il diritto di rispondere e, dopo aver esaminato attentamente la comunicazione degli addebiti, fornirà le proprie osservazioni alla Commissione. LSG ha collaborato con la Commissione durante tutta la sua indagine e continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione".

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EFA News - European Food Agency
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