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Spreco alimentare: La "doggy bag" piace anche a Zaia

Regione Veneto prosegue nel sostegno agli "empori solidali", con uno stanziamento di 1 mln euro

“Parlare di spreco alimentare significa affrontare una delle maggiori contraddizioni della nostra società in cui sono sempre più numerose le forme di povertà, anche della porta accanto, quelle a cui fino a qualche tempo fa non avremmo creduto". Con questa considerazione il presidente della Regione Luca Zaia, interviene in occasione dell’11° Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio.

Lo spreco alimentare, ha proseguito il governatore, è "un fenomeno che va contrastato perché non ammissibile per la nostra stessa cultura veneta che, dalla durezza della vita nei decenni passati, ha ereditato il rispetto e l’utilizzo estremo di ogni risorsa. Come Regione Veneto", ha aggiunto Zaia, "abbiamo fatto prioritario questo impegno: sosteniamo, con uno stanziamento portato a un milione di euro all’anno la rete regionale di empori solidali. Una realtà che riesce, grazie alla collaborazione tra terzo settore e le aziende alimentari, a raccogliere oltre 162.000 quintali di eccedenze e tramite tramite i quali sono aiutate più di 101.000 persone in stato di necessità, per oltre 51.900 nuclei familiari complessivi. Ma è importante un progresso culturale comune, che affronti una gestione più razionale della spesa periodica di casa fino a favorire il più possibile il ricorso al doggy bag nei ristoranti, pizzerie e tavole calde; una volta servito il cibo nei locali pubblici non può più essere riutilizzato ed è destinato alla spazzatura, ma è buono e, se portato a casa, può servire per i pasti successivi della famiglia. Diventa così anche una forma di risparmio. Non deve esserci alcuna vergogna nel richiederlo, anzi, è segno di rispetto verso il lavoro e verso le difficoltà delle fasce più fragili della società”.

“I dati parlano di quantità enormi di cibo che viene sprecato – aggiunge il presidente – è l’equivalente di un’infinità di pasti che non saranno mai consumati da nessuno. Al di là del dovere morale di impedire un simile scempio, dobbiamo interrogarci su quale sfida positiva, anche per la nostra vita quotidiana, rappresenti contrastarlo con quanto è già nel nostro Dna. Lo stesso successo della nostra gastronomia tradizionale, infatti, non è stato costruito con l’opulenza degli ingredienti ma grazie ad un imperativo delle nostre nonne: non si butta via niente! Forse non ce ne rendiamo più conto ma i sapori che molti oggi ricercano sono nati dall’abbinamento di materie prime povere e meno ricercate, dalla valorizzazione culinaria di quanto era a disposizione, dalla elaborazione degli scarti e avanzi di cucina in nuovi piatti. In questa tradizione possiamo trovare il senso per una maggior considerazione del patrimonio ‘cibo’ e quindi anche delle risorse del pianeta”.

“La Regione intende proseguire ad essere guida in questo impegno", conclude Zaia, "a cominciare dal proseguire nel sostegno della rete degli empori che, cresciuta progressivamente, oggi ne conta 30 distribuiti nelle varie province e con attività estesa anche ad altri ambiti di solidarietà. Una realtà che vede impegnati settimanalmente più di 1.000 volontari che, in questa giornata, ho il piacere di ringraziare per il lavoro che svolgono a cominciare dalla gestione e il recupero delle eccedenze sia dalla grossa distribuzione sia dai piccoli produttori e dalla colletta alimentare”.

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EFA News - European Food Agency
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