Unilever, nuovo piano per il contrasto alle emissioni climatiche
Per la prima volta la multinazionale parla degli obiettivi di riduzione dei gas serra (GHG) di ambito Scop 3
Unilever sverla i suoi piani, definiti "ambiziosi", in materia di emissioni climatiche. Ma soprattutto, per la prima volta, la multinazionale include nei suoi piani futuri a breve termine obiettivi di riduzione dei gas serra (GHG) di ambito 3, cioè la CO2 che deriva dall'utilizzo della ferrovia per il trasporto merci per tonnellata-km.
Nel suo Piano d'azione per la transizione climatica (Ctap) aggiornato, pubblicato il 6 marzo, Unilever ha definito i piani per ridurre le proprie emissioni entro il 2030, ma si rivolge anche alle emissioni provenienti dalla sua catena di valore, l'Ambito 3 appunto, compresi i fornitori e i negozi che vendono i suoi marchi. Nello specifico, la multinazionale vuole ridurre in termini assoluti le proprie emissioni operative (Scope 1 e 2) del 100% entro il 2030 rispetto all'anno di riferimento 2015. Le emissioni ambito 1 sono quelle provenienti da installazioni presenti entro i confini dell'organizzazione, quelle di ambito 2 sono emissioni indirette di gas serra derivanti dall'energia acquistata o acquisita, come elettricità, vapore, calore o raffreddamento.
Secondo il nuovo piano d'azione, le emissioni Scope 3, ossia le "emissioni di gas serra energetiche e industriali" entro il 2030 vanno ridotte del 42% rispetto al 2021. Unilever definisce in dettaglio le emissioni Scope 3 come quelle derivanti da beni e servizi acquistati (associati a ingredienti, imballaggi); da trasporto e distribuzione a monte, attività legate all'energia e ai combustibili; emissioni dirette derivanti dall'uso dei prodotti venduti (quelle legate ai propellenti HFC); trattamento a fine vita dei prodotti venduti e beni noleggiati a valle (quelli associati alle cabine di vendita dei gelati).distribuzione, attività legate all'energia e ai combustibili; emissioni dirette derivanti dall'uso dei prodotti venduti (quelle legate ai propellenti HFC); il trattamento a fine vita dei prodotti venduti e le attività in leasing a valle (quelle associate ai banchi di vendita al dettaglio dei gelati).
L'azienda ha anche fissato un obiettivo per le emissioni di gas serra dell'Ambito 3 provenienti da foreste, terreni e agricoltura, quelle cioè derivanti dall'acquisto di beni e servizi associati agli ingredienti: la società intende ridurle del 30,3% entro il 2030 rispetto all'anno di riferimento 2021. Insieme, i due obiettivi per il 2030 rappresentano una riduzione assoluta del 39% delle emissioni dell'ambito 3. Infine, entro il 2039, Unilever vuole raggiungere l'azzeramento delle emissioni di gas serra negli Ambiti 1, 2 e 3 (escluse le emissioni da consumo indiretto).
"Le sfide della transizione climatica sono chiare -sottolineano in una dichiarazione congiunta il ceo di Unilever Hein Schumacher e il presidente Ian Meakins-. Soprattutto se il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra a un ritmo coerente con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, evitando i peggiori effetti del cambiamento climatico".
"Siamo determinati a fare la nostra parte -aggiungono i due manager- e stiamo guidando l'azione per il clima con maggiore attenzione e chiarezza che mai. Lo sviluppo di questo Ctap aggiornato riflette questo cambiamento, poiché dati migliori e un'attenzione più granulare sulle future opportunità di riduzione dei gas serra ci hanno permesso di aggiornare i nostri obiettivi e di incorporare azioni specifiche per guidarne la realizzazione all'interno dei piani di crescita finanziaria dei nostri cinque gruppi aziendali".
I vertici di Unilever, hanno comunque messo le mani avanti, per evitare, come è accaduto in passato, di subire contraccolpi negativi proprio dalla questione green, memori delle critiche più volte mosse da alcuni investitori, secondo cui Unilever dedica troppo tempo alle questioni ambientali piuttosto che al perseguimento di obiettivi finanziari. "Nel processo di aggiornamento del Ctap -proseguono i due manager- abbiamo consultato i nostri maggiori azionisti sull'argomento. Siamo stati lieti di constatare che sono stati ampiamente accolti gli elementi chiave del piano, ossia i nuovi obiettivi di riduzione dei gas serra dell'Ambito 3, più ambiziosi e a breve termine, ma anche la continua attenzione alla riduzione delle emissioni assolute piuttosto che alla compensazione delle emissioni di anidride carbonica e il passaggio a concentrarsi sulle emissioni specifiche dell'Ambito 3 che riteniamo di poter influenzare"
EFA News - European Food Agency