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Coldiretti: bene clausola salvaguardia con +283% import grano ucraino

Richiesti fondi UE per acquistare e stoccare nei magazzini europei i prodotti cerealicoli dal Paese in guerra

L’estensione della clausola di salvaguardia alle importazioni di cereali come il grano e il mais dall’Ucraina è importante per contribuire fermare le speculazioni che stanno destabilizzando il mercato europeo, ferma restando la necessità di continuare a sostenere il Paese sotto l’aggressione russa. E’ quanto afferma Coldiretti in occasione del voto dell’Europarlamento sulle misure commerciali autonome (Atm) nate per facilitare le esportazioni dall’Ucraina verso l’Unione europea attraverso le cosiddette “corsie di solidarietà” (leggi notizia EFA News). Un voto che risponde alle richieste avanzate dalla Coldiretti che aveva scritto lettere agli eurodeputati. La clausola di salvaguardia è stata peraltro estesa anche al miele. Come periodo di riferimento medio della quantità di importazioni oltre la quale farla scattare è stato inserito accanto al 2022 anche il 2021, come richiesto da Coldiretti, pur se resta la criticità di voler prendere in esame nel computo anche al 2023 (quindi il triennio).

In base alle stime fornite dalla Commissione Ue tale liberalizzazione delle esportazioni verso i Paesi dell’Unione ha consentito l’arrivo di circa il 60% dei prodotti agricoli ucraini dall'inizio della guerra, secondo il Centro Studi Divulga. Se da un lato queste misure hanno alleggerito le pressioni per l’Ucraina, dall’altro le consistenti esportazioni di cereali verso l’Ue hanno contribuito ad alimentare le preoccupazioni sui prezzi, creando delle distorsioni all’interno del mercato comunitario, in particolare per quello agricolo.

Basti dire che grazie anche alle agevolazioni gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021, prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Ma anche le importazioni di mais sono aumentate a tripla cifra (+134%), arrivando oltre quota 1,8 miliardi di chili.

Un impatto sulle quotazioni dei prodotti agricoli che va a sommarsi a quello scatenato dall’aggressione russa sui costi di produzione per le imprese agricole del vecchio continente, con l’indice dei prezzi medi dell’energia della Banca Mondiale che ha segnato nel 2023 una crescita del 103% rispetto a prima del conflitto, mentre il gas naturale è aumentato del 126%, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga. Discorso analogo anche per le quotazioni dei fertilizzanti, cresciute del 106% con picchi rilevanti dei prezzi medi annui del 204% per il fosfato biammonico, del 230% per l’urea e del 290% per il cloruro di potassio.

Proprio per evitare la destabilizzazione dei mercati senza far venire meno il sostegno al martoriato Paese, sarebbe importante la possibilità di utilizzare parte dei fondi Ue messi a disposizione per l’emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli e, più in generale, prodotti agricoli da destinare ai Paesi colpiti da gravi emergenze alimentari. In questo modo si potrebbe anche valorizzare il ruolo geopolitico dell’Europa, conclude Coldiretti, nella lotta all’insicurezza alimentare di queste aree, sulle quali cresce sempre più l’influenza di Paesi come la Russia.

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EFA News - European Food Agency
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