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CLARA MOSCHINI

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Italianità in cucina, la carta vincente dell'Unità nazionale

I dati in occasione della Giornata della Bandiera: le vendite dei prodotti alimentari nazionali su dell’11%

"La Giornata dell'Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera, riassume i valori di indipendenza, sovranità popolare, libertà, giustizia, pace, coniugati in oltre un secolo e mezzo di percorso impervio e difficile e mirabilmente riassunti nella Costituzione repubblicana. Più vero sarà l'ideale della nostra unità, più ricco di opportunità sarà l'avvenire del popolo italiano. Le istituzioni sono chiamate, per prime, a dare esempio di collaborazione e responsabilità, di unione nel servizio al bene comune". Lo ha detto ieri, domenica 17 marzo, il presidente della Repubblica,   alla cerimonia all’Altare della Patria per la Giornata dell'Unità Nazionale in cui si celebra la nascita dello Stato italiano del 17 marzo 1861.

Un richiamo all’italianità, quello di Mattarella, fatto proprio anche da Coldiretti secondo cui è questo "il fenomeno di maggior richiamo con le vendite dei prodotti alimentari identificati come nazionali che sono cresciute in valore dell’11%" secondo gli ultimi dati dell'analisi Coldiretti condotta in base all'Osservatorio Immagino della Nielsen diffusi proprio in occasione della Giornata dell'Unità nazionale. 

Il 28% dei cibi sullo scaffale espone riferimenti all’origine nazionale, sottolinea la ricerca: ben più di un prodotto alimentare su quattro (28%) in vendita sugli scaffali riporta la scritta "100% italiano" o espone la bandiera tricolore e altri riferimenti all’origine nazionale. Non a caso l’86% degli italiani reputa molto importante, al punto da essere disposto a pagare qualcosa in più per averla, la tracciabilità dei prodotti che acquista, diventata da tempo riferimento ineludibile e irrinunciabile nella spesa alimentare, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Una scelta giustificata dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati dell’agroalimentare nazionale che secondo la Coldiretti più green d’Europa con 5.450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86 mila aziende agricole biologiche e una percentuale di appena lo 0,6% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, oltre 10 volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità in media è pari a 6,5% secondo elaborazioni su dati Efsa.

Poter scegliere l’italianità, spiega la ricerca, è anche il risultato della storica battaglia portata avanti da Coldiretti per l’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi. "In questo modo -spiega Coldiretti- si garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa tre quarti della spesa, anche se resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti".  

"L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue -aggiunge Coldiretti- poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei. Una battaglia che -conclude la nota- si affianca a quella contro i cibi sintetici, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, nettamente rifiutati da oltre 8 italiani su 10 (84%) che, secondo l’indagine Coldiretti/Censis, sono contrari all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura.

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EFA News - European Food Agency
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