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Dieta mediterranea: infonde buonumore e... allunga la vita

Nuovo studio: meno rischi cancro e depressione per chi aderisce a questo regime alimentare /Allegato

Il contributo dei ricercatori italiani Elisabetta Bernardi e Francesco Visioli pubblicato su Science Direct.

Tra le caratteristiche spesso trascurate delle diete sane, come quella mediterranea, c’è la preparazione e la condivisione del cibo, che viene effettuata in un ambiente sociale governato da regole sociali piuttosto che da vincoli temporali. Alimentarsi è una pratica umana quotidiana che non si limita a soddisfare i bisogni nutrizionali ed energetici, ma coinvolge anche una dimensione sociale costruita di condivisione dei pasti che è parte del processo della civiltà umana e delle culture alimentari in tutto il mondo. A ribadirlo è uno studio dal titolo "Fostering wellbeing and healthy lifestyles through conviviality and commensality: Underappreciated benefits of the Mediterranean Diet", a cura di Elisabetta Bernardi e Francesco Visioli, pubblicato sul sito Science Direct.

Una dieta sana e sostenibile contribuisce in modo importante alla salute umana. Pertanto, molte ricerche sono dedicate a indagare quale sarebbe il profilo nutrizionale ottimale che aumenta la longevità e riduce al minimo la morbilità. La dieta mediterranea è un esempio di una proporzione adeguata di proteine vegetali, grassi sani, frutta e verdura e carboidrati di alta qualità, comprendendo una vasta gamma di cereali, compresi cereali integrali, legumi e altri carboidrati complessi come la pasta. Inoltre, quello mediterraneo è sostenibile ed è stato collegato alla longevità degli abitanti del bacino del Mediterraneo, grazie anche ad altri fattori legati allo stile di vita come l’attività fisica (lavoro nei campi e altre attività fisiche quotidiane), una minore esposizione ai l'inquinamento tipico delle città industriali o l'usanza dei sonnellini diurni (come, ad esempio, la siesta degli spagnoli). L’adesione al programma nutrizionale mediterraneo è stata positivamente correlata alla bassa incidenza di malattie cronico-degenerative e al benessere psicologico; inoltre coloro che hanno un livello più elevato di aderenza a questo regime alimentare avevano anche livelli più bassi sia di ansia che di depressione. Infatti, tra le caratteristiche della tradizione mediterranea c'è la preparazione e la condivisione del cibo, che è (o era) effettuata in un ambiente sociale governato da regole sociali piuttosto che da vincoli temporali.

Nel corso dell’evoluzione umana, il pranzo in comune è rimasto una pratica sociale profondamente radicata. Mangiare insieme funge da modalità multidimensionale e complessa di comunicazione espressiva e significativa. Trascende il mero consumo di cibo derivato dall'ambiente circostante e rappresenta piuttosto un fenomeno sociale altamente intricato. La sua efficacia risiede nel suo duplice ruolo sia di strumento sociale sia di strumento mnemonico. Inoltre, il mangiare insieme spesso avviene cucinando insieme almeno alcune parti del pasto, prendendo parte attiva alla preparazione del pasto.
La convivialità può essere distinta dalla commensalità, che in alcune delle sue forme più formali può anche essere espressione di gerarchia e dipendenza piuttosto che di reciprocità altruistica e universale. In questa recensione narrativa delineiamo l’importanza della convivialità nel determinare parte degli effetti sulla salute delle diete salutari, con particolare riferimento alla dieta mediterranea.

In una sezione dello studio, gli autori riportano una correlazione negativa tra rischio di mortalità e adesione alle abitudini alimentari mediterranee. È stato scoperto che, rispetto a quelli con punteggi Medlife più bassi, gli intervistati con punteggi più alti avevano un rischio inferiore del 29% di mortalità per tutte le cause e un rischio inferiore del 28% di mortalità per cancro. Un minor rischio di morte per tutte le cause e di cancro era collegato all’adesione indipendente a ciascuna categoria Medlife. La categoria più strettamente legata a questa riduzione dei rischi – nonché a un minor rischio di mortalità per malattie cardiovascolari – era “l’attività fisica, il riposo, le abitudini sociali e la convivialità.

Allo stesso modo, un'altra meta-analisi di 22 studi ha riportato che una maggiore adesione ad un programma alimentare mediterraneo nei paesi mediterranei e non mediterranei era associata a una minore incidenza di una serie di problemi mentali, tra cui una riduzione del rischio di depressione del 30% e una riduzione del 40% rischio di deterioramento cognitivo. Sperimentalmente, la condivisione dei pasti può anche essere una strategia di trattamento efficace e accessibile per la gestione della depressione. Questi dati coincidono con quelli di Reddy et al., che aggiungono ulteriori prove sperimentali delle azioni benefiche e persino terapeutiche della dieta mediterranea.

In allegato a questa EFA News il testo integrale dello studio "Fostering wellbeing and healthy lifestyles through conviviality and commensality: Underappreciated benefits of the Mediterranean Diet".

Allegati
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EFA News - European Food Agency
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