Sugar Tax. La Corte Costituzionale si allinea alle indicazioni dell'OMS
Pierini (Assobibe): "Posizione che stupisce, efficacia non dimostrata"
"La posizione espressa dalla Corte Costituzionale sui dubbi di costituzionalità sollevati dal Tar del Lazio stupisce molto per aver ignorato le considerazioni svolte dai legali Assobibe - Confindustria negli atti depositati, ma ancora di più per le motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e slegato dai consumi reali in Italia". A dichiararlo in un post su LinkedIn è il presidente di AssoBibe Giangiacomo Pierini, già intervenuto nei giorni scorsi sulla sentenza della Consulta che legittima la SugarTax (leggi notizia EFA News).
"La scienza conferma che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrono approcci integrati e una misura che colpisce un unico alimento non modifica comportamenti non equilibrati", prosegue Pierini. "I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar Tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse, arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale, anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più influenzabili, come i minori di 13 anni".
"La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è comunque del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso", aggiunge il presidente di Assobibe. "Infatti, l’efficacia della tassa sulla riduzione dell’incidenza di sovrappeso, obesità e diabete non è dimostrata: nell’area definita come Zona Europa, che comprende oltre 53 paesi, l’Oms registra che, al 2020, la Sugar Tax era stata introdotta in dieci di questi, producendo una contrazione dei consumi solo nel breve periodo, per poi tornare ai livelli pre tassa (con effetti però deleteri per l'economa, soprattutto per le Pmi). In mercati con tasse sulle bevande analcoliche come Messico, Finlandia, Cile, Regno Unito, Francia e Irlanda i livelli di obesità sono in crescita, a dimostrazione che la tassazione non si traduce in un miglioramento della dieta, tanto che alcuni hanno iniziato a eliminarla, come Danimarca, Norvegia, Islanda, Israele e Australia".
Eppure è proprio l'Oms a ricevere esplicita citazione nella relazione illustrativa della disciplina di legge istitutiva della sugar tax, in quanto, si legge, tal imposta è stata disegnata raccogliendo l'invito dell'organismo Onu, "contenuto nel suo rapporto del 2015", dal titolo "Fiscal policies for diet and prevention of noncommunicable diseases (Ncds)" e "in altri studi scientifici".
La Corta Costituzionale era intervenuta lo scorso 26 marzo (leggi notizia EFA News), stabilendo che la Sugar Tax "rientra nel novero dei tributi indiretti sulla produzione e sul consumo di certi prodotti ritenuti dannosi “per la salute, il cui eccessivo utilizzo può, pertanto, generare un aggravio di spesa pubblica, connesso alla conseguente necessità di assicurare appropriate cure attraverso il Ssn, proprio le specifiche giustificazioni scientifiche che stanno a fondamento di tale imposta dimostrano che, con la disposizione censurata, il legislatore ha fatto uso ragionevole dei suoi poteri discrezionali in materia tributaria".
EFA News - European Food Agency