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Ucraina, il "compromesso" Ue non soddisfa

Sei organizzazioni agroalimentari esprimono critiche sull'ultima decisione del trilogo

Sono 6 le organizzazioni che hanno scritto una lettera congiunta oggi esprimendo il loro punto di vista (critico) sulle misure che l'Ue intende intraprendere nei rapporti con l'Ucraina per quanto concerne le derrate, in primis cereali e affini. Una questione spinosa, per non dire di peggio, sulla quale alcune delle organizzazioni avevano, nei giorni scorsi, espresso il loro dissenso (vedi articolo EFA News).

Le sei associazione che oggi si sono espresse sono: A

  1. Avec, Associazione dei trasformatori di pollame e del commercio di pollame nei paesi dell'Ue;
  2. Cefs, Associazione europea dei produttori di zucchero;
  3. Cepm, Confederazione europea della produzione di mais;
  4. Cibe, Confederazione Internazionale dei bieticoltori Europei;
  5. Copa-Cogeca, la voce unita degli agricoltori e delle loro cooperative nell'Unione Europea;
  6. Euwep, Unione europea dei commercianti all'ingrosso di uova, ovoprodotti, pollame e selvaggina.

La dichiarazione congiunta ha come titolo "L'ultimo accordo sulle misure commerciali in Ucraina: progressi limitati che non riflettono la posizione della plenaria del parlamento europeo". Nella dichiarazione gli scriventi sostengono che le tre istituzioni europee hanno raggiunto l'8 aprile "un nuovo compromesso per estendere le misure commerciali all'Ucraina, aggiungendo mezzo anno in più al periodo di riferimento, senza includere il grano e l'orzo". Il nuovo compromesso, votato anche dalla commissione Inta, l'International trademark association e che ha ottenuto il sostegno della maggioranza degli eurodeputati, si avvia ora verso il voto finale della plenaria del Parlamento europeo nel corso del mese.

"Il nuovo risultato del trilogo -scrivono le associazioni- ribadisce la proposta della presidenza belga di estendere il periodo di riferimento per l'attivazione delle misure di salvaguardia includendo la seconda metà dell'anno 2021, come soluzione alle preoccupazioni sollevate da molti Stati membri rispetto al risultato iniziale del trilogo. Questo risultato è una risposta a metà, limitata in termini di potenziale sollievo aggiuntivo per i nostri produttori e fabbricanti -sottolineano le organizzazioni-. Soprattutto perché, senza l'inclusione del frumento tenero e dell'orzo nell'attivazione automatica delle misure di salvaguardia, il provvedimento rimane insostenibile dal punto di vista degli agricoltori e dei produttori, non rispecchiando l'esito iniziale della votazione in plenaria del Parlamento europeo del 13 marzo" (vedi articolo EFA News).

"Con il passare del tempo -prosegue la dichiarazione congiunta-, è comprensibile la necessità di trovare una soluzione prima della scadenza delle attuali misure temporanee e della pausa parlamentare. L'attenzione si sposta ora sulla rinegoziazione dell'accordo di associazione con l'Ucraina, dove chiediamo una migliore protezione della posizione dei nostri produttori e il rispetto dei loro standard da parte dei produttori e trasformatori ucraini, a causa dei potenziali effetti a lungo termine".

"Di fronte all'aggressione della Russia -proseguono le organizzazioni-, la solidarietà con gli agricoltori ucraini rimane essenziale. Non si può dimenticare, guardando i numeri, che i volumi esportati in Europa restano consistenti. Questa solidarietà non può ricadere solo sulle spalle degli agricoltori e dovrebbe obbligarci collettivamente ad anticipare meglio ulteriori misure per integrare l'Ucraina". 

fc - 39780

EFA News - European Food Agency
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