"Il vino è la principale voce delle esportazioni, un'esportazione complessiva agroalimentare che ha raggiunto lo scorso anno i 64 miliardi e che proprio attraverso il vino fa capire come, in situazioni di crisi internazionali, di riduzione del commercio mondiale, di aumento dell'inflazione e riduzione del potere d'acquisto, il nostro export potrebbe rallentare". Lo ha ricordato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, a margine di Vinitaly. "Il vino ha fatto lo -0,8% nel 2023, solo un segnale, ma ricordiamo che veniamo fuori da venti anni in cui l'export è triplicato in 140 paesi".

Secondo Scordamaglia, "è necessario lavorare sempre molto attentamente per spiegare e raccontare quello che c'è dietro. Il vino è il prodotto che più di qualsiasi altro riesce ad interpretare la distintività, i valori, le differenze delle singole terre e dei nostri territori. La stessa cosa", conclude l'amministratore delegato di Filiera Italia, "faremmo per l'altro, gli altri cibi, le altre bevande che esportiamo e in questo modo potremo continuare quel trend di crescita che ha visto comunque un 2023 fare il +6,2% di esportazione a valore e che lascia ben sperare anche per l'anno in corso".