Psa. Lollobrigida: "UE dia garanzia per export"
Question time, titolare Masaf stigmatizza l'approccio "iper-ambientalista" all'emergenza
Il governo italiano sta dialogando costantemente con l'Europa per favorire un approccio più morbido sulla Peste suina africana (Psa). Sull'argomento è intervenuto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, nel corso dell'ultimo question time alla Camera.
Il titolare Masaf ha ripercorso gli ultimi due anni dell'emergenza Psa, rievocando l'evoluzione degli atti amministrativi. "Finora siamo riusciti in alcune nazioni a spiegare ancora meglio perché si dovesse riaprire l'export almeno di alcuni prodotti di derivazione suina", ha detto Lollobrigida con particolare riferimento al "Giappone" e alle "resistenze" sul prosciutto cotto.
Il ministro ha stigmatizzato l'inefficacia delle azioni dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza per "eradicare la zoonosi". Di seguito ha avuto luogo la nomina, da parte del governo in carica, del nuovo commissario straordinario per l'emergenza Psa, Vincenzo Caputo "che ha operato su due fronti: ha imposto elevati standard di biosicurezza alle imprese e proceduto a continui controlli sanitari, a salvaguardia del patrimonio suinicolo nazionale e del relativo settore produttivo".
Il nuovo corso, a partire dalla prima legge di stabilità dell'attuale governo, ha agito in discontinuità "rispetto a una visione iper-ambientalista che impediva di constatare su base scientifica che la presenza dei cinghiali in Italia supera di sette volte la media europea e che quindi era insostenibile dal punto di vista della gestione ordinaria all'interno di un ecosistema complesso".
I passi successivi sono stati l'apertura di un tavolo di carattere internazionale con la Francia per uno "scambio di informazioni"; poi la richiesta all'Unione Europea di "non considerare la peste suina un problema di una o dell'altra Nazione, magari anche per avvantaggiare l'export di qualcuna delle nazioni europee a danno di altri, ma di lavorare in termini di solidarietà generale nell'affrontare questo tema così come è avvenuto nella pandemia di Covid".
I fondi del Masaf messi in dotazione delle Regioni sono stati pari a 3 milioni e mezzo di euro su depopolamento cinghiali e sostegno alla biosicurezza. In generale, ha rimarcato Lollobrigida, "va cambiato proprio l'approccio" e bisogna "ragionare sulla biosicurezza degli impianti non su interventi generalizzati. In alcune aree solo per la presenza di un animale infetto chiudono all'export o addirittura costringono ad abbattimenti di migliaia e migliaia di suini. Quindi il lavoro che stiamo provando a fare è convincere l'Europa a permettere regolamenti che diano garanzia dei prodotti esportati rispetto alla sicurezza animale perché come sapete la Psa non tocca gli esseri umani", ha concluso il ministro.
EFA News - European Food Agency