Nestlé. Gli azionisti respingono la risoluzione provocatoria sui "prodotti più sani"
L'88% ha votato contro la mozione ideologica degli attivisti di ShareAction
Si è chiusa nel modo più prevedibile la questione sui "cibi sani" di Nestlé. La diatriba si era aperta a marzo scorso, quando alcuni azionisti-attivisti della multinazionale hanno chiesto che l'azienda spinga il più possibile verso la produzione di alimenti salutari. La presa di posizione arrivava dopo che una coalizione coordinata dal gruppo di investimento responsabile ShareAction aveva ha presentato una risoluzione in cui si chiede al colosso alimentare di "migliorare drasticamente" le vendite di prodotti alimentari sani.
Proposta chiaramente provocatoria, con l'obiettivo di insinuare il dubbio che l'azienda possa produrre cibi pericolosi per la salute.
Ebbene, facendo seguito, di fatto, alle prime pronunce della multinazionale che, a marzo, liquidò la questione con uno "sbagliano bersaglio" rivolto proprio agli attivisti presunti green, ecco che adesso arriva la pronuncia ufficiale degli azionisti di Nestlé che hanno respinto in massa la risoluzione nel corso dell'assemblea generale di pochi giorni fa: la maggioranza degli azionisti, infatti, cioè l'88% ha votato contro la mozione, mentre l'11% si è espresso a favore e l'1% si è astenuto.
Prima del voto, Nestlé aveva rilasciato una dichiarazione in cui si dichiarava in disaccordo con la risoluzione. L'azienda sosteneva che la proposta avrebbe "deliberatamente limitato la crescita in aree specifiche del nostro portafoglio" e avrebbe "limitato" la "libertà strategica" del gruppo.
In risposta alla proposta di ShareAction era già intervenuto con un messaggio il presidente di Nestlé, Paul Bulcke. "Non siamo d'accordo con il punto di vista di ShareAction sul nostro portafoglio -ha detto Bulcke-. Le persone possono godere di prodotti indulgenti con moderazione e non c'è nulla di sbagliato in questo. Non siamo d'accordo con l'opinione di ShareAction secondo cui il caffè e l'alimentazione specializzata non dovrebbero essere inclusi nel segmento più nutriente del nostro portafoglio. Non siamo d'accordo con la richiesta di ShareAction che Nestlé fissi degli obiettivi per aumentare la percentuale delle vendite nel segmento dei prodotti più nutrienti, perché ciò richiederebbe un indebolimento di altre parti del nostro portafoglio, creando opportunità per i concorrenti senza produrre benefici per la salute pubblica".
"L'affermazione di ShareAction secondo cui i tre quarti delle nostre vendite provengono da prodotti non salutari è assolutamente sbagliata -prosegue il presidente-. I nostri rapporti trasparenti mostrano che quasi il 60% delle nostre vendite (escluso il PetCare) proviene da prodotti più nutrienti o specializzati nell'alimentazione. Solo il 21% del nostro portafoglio è costituito da categorie indulgenti".
Commentando l'esito della votazione dell'assemblea, Simon Rawson, vice direttore generale di ShareAction, ha dichiarato: "Anche se il voto ottenuto può essere inferiore a quello che volevamo, la direzione di marcia è chiara: gli investitori e i consumatori stanno riconoscendo l'importanza di affrontare i rischi commerciali e l'impatto sulla salute pubblica di un'industria che dipende in larga misura dalla vendita di alimenti non salutari. Si aspettano sempre di più non solo da Nestlé, ma da tutti i produttori di alimenti. Se non vengono affrontate, le tendenze della salute pubblica che hanno stimolato questa risoluzione non potranno che peggiorare: di conseguenza, ci aspettiamo che il sostegno degli investitori a questo tipo di risoluzioni presso le aziende alimentari aumenti. Siamo ansiosi di continuare a impegnarci con Nestlé e speriamo di vedere dei progressi verso gli obiettivi di salute che l'azienda stessa rivendica. Sebbene la maggioranza degli azionisti non abbia appoggiato la risoluzione, ci auguriamo che essa li abbia incoraggiati a riflettere sull'impatto dei loro investimenti sulla salute pubblica".
EFA News - European Food Agency