Non si fermano le retate in ambito agroalimentare. Un nuovo maxisequestro è stato messo appunto tra Emilia e Romagna e, stavolta, ha avuto ad oggetto oltre 35mila kg di caffè. Il valore del materiale intercettato dai Carabinieri del Nas di Bologna è stimato intorno agli 820mila euro, con sospensione di attività per un valore di circa 11 milioni di euro e sanzioni amministrative per un totale di 28mila euro.

Il blitz è stato eseguito nelle scorse settimane nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Tra le irregolarità riscontrate, spicca la presenza di micotossine nocive per l'uomo, il ri-confezionamento e la re-immissione in commercio di caffè ben oltre la data di scadenza protocollata. L'operazione si è dispiegata in 22 controlli, metà dei quali hanno riscontrato criticità.

Uno dei casi più clamorosi è stato il rinvenimento nel Bolognese di un impianto con 20mila kg di caffè non ancora commercializzati, dei quali circa 2400 kg risultavano provenienti dall'Etiopia e contaminati da Ocratossina. Sempre nel Bolognese, in una torrefazione, sono stati sequestrati 9.200 kg di caffè con data di scadenza superata da diversi anni. L'Ausl ha disposto la sospensione dell'attività che, peraltro, si svolgeva in locali in condizioni igienico-sanitarie e strutturali carenti, con sporcizia ovunque.

Situazione analoga nell'Imolese, in un altro stabilimento, con sospensione attività e parecchie tonnellate di caffè e altri prodotti alimentari all'interno di un grande immobile in condizioni igienico-sanitarie e strutturali critiche. In una torrefazione del Forlivese, infine, i militari hanno rinvenuto un'infestazione da lucertole e roditori, con relative trappole e mucchi di granaglie avvelenate.