Poultry Forum. Ismea: carni avicole e uova sempre più apprezzate
Unaitalia: consumo a 21,4 kg pro-capite, volume acquisti (+4,6%) ed export (+29%) in crescita
L’Africa&Mediterranean Poultry Forum & B2B (da mercoledì 8 maggio a venerdì 10 al Rimini Expo Centre) si è aperto con il convegno dedicato all’andamento del settore che ha visto la presentazione da parte di Fabio Del Bravo dello studio Ismea. Nel 2023 la produzione di carne avicola in Italia è tornata ad allinearsi ai livelli precedenti, con un incremento del 9,9% sul 2022, anno in cui era scesa al di sotto di quasi il 12% sul 2021, toccando il livello “minimo” degli ultimi dieci anni. L’Italia si posiziona così al quinto posto in Europa con una quota del 10%, in un quadro internazionale che vede anche la produzione europea di carni avicole tornare ad aumentare. Aumentano anche i consumi medi pro-capite, favoriti in parte da lievi ridimensionamenti dei prezzi. Si stima che ogni italiano abbia mangiato in media 21,4 kg di carne avicola nel 2023, quindi ben 1,2 kg in più (+5,9%) rispetto al 2022.Tra le carni, quelle bianche si confermano quindi le più consumate e amate dagli italiani. Diminuisce l’import e cresce l’export, migliorano di conseguenza sia il saldo della bilancia commerciale che il tasso di autoapprovvigionamento che passa dal 102 del 2022 al 106% del 2023. Ma gli italiani che rapporto hanno con le carni avicole?
Decisamente positivo visto che tra le proteine animali, le carni bianche hanno mostrato la miglior performance nell’arco dell’ultimo quinquennio. Inoltre, il consumo medio pro-capite ha superato nell’ultimo anno i 21,4 kg contro i 16,1 kg delle carni bovine e gli 11,5 kg delle carni fresche suine. L’indice di penetrazione nelle famiglie è del 93% contro l’89% per le carni bovine e l’81% per le suine. Tuttavia, nel primo trimestre del 2024, gli acquisti di carne in generale hanno segnato il passo, evidenziato dal ridimensionamento dei volumi per tutte le tipologie. Per il pollame nel carrello del 2023 tornano ad essere apprezzati i tagli classici per i quali l’incremento dei volumi è del 13,4% a fronte di una crescita, meno importante, degli elaborati (8,1%). Per le uova, il 2023 è stato un anno positivo, confermando il ruolo del settore come protagonista all'interno del panorama nazionale e internazionale. Le uova sono infatti un alimento sempre più apprezzato dagli italiani, che ne consumano in media 215 a testa, pari a oltre 13,6 kg all'anno.
Un apprezzamento sempre più diffuso, tanto da registrare un +4,5% al consumo domestico diretto rispetto al 2022. L’Italia, inoltre, è caratterizzata da un tasso di autoapprovvigionamento pari al 97%, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2022. Un prodotto amato dagli italiani, che registra un indice di penetrazione domestica pari a quasi il 94%, il più alto tra le proteine di origine animale.Quali prospettive per il 2024 e quali sfide per l’avicoltura italiana? Per il mercato mondiale del pollame – sottolinea lo studio Ismea - si evidenzia una previsione di crescita compresa tra l’1,5% e il 2%, e in tale contesto anche la produzione italiana dovrebbe incrementare di un ulteriore 0,9% nel 2024. A creare instabilità sono ancora i prezzi dell’energia e delle materie, a partire dai mangimi, influenzati dalle conseguenze dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.
“Nell’ultima annata, la crisi economica ha spinto le famiglie verso l’acquisto di uova favorite dal basso costo rispetto all’apporto proteico e dalla versatilità di utilizzo", commenta Gianluca Bagnara, presidente di Assoavi. "Questo si è poi combinato con un rientro del costo delle materie prime per la mangimistica. Questi fattori hanno segnato un buon momento per il settore. L’orizzonte della seconda metà 2024 e 2025 non è però sereno. Le scelte geopolitiche internazionali stanno favorendo l’importazione di uova dall’Ucraina a basso costo e senza il livello di controlli che abbiamo dentro l’Unione Europea. Occorre riaccendere l’attenzione verso le materie prime agricole per la mangimistica: variabilità climatica, scorte contenute e speculazioni finanziarie collegate agli scenari geopolitici potrebbero creare problemi per i costi di allevamento in Europa”.
“L'avicoltura italiana si conferma un settore strategico per il Paese che vede produzione, consumi ed export in crescita anche nel 2023 e un ritorno all’autosufficienza con un tasso di autoapprovvigionamento del 106%”, dichiara Antonio Forlini, presidente di Unaitalia. "Non si ferma la passione per le carni bianche, le più amate dagli italiani e fondamentali per una dieta nutriente e equilibrata, con i consumi che si attestano a 21,4 kg pro-capite e gli acquisti che crescono del 4,6% a volume. Una passione che coinvolge anche l’estero, con l’export in crescita del 29%, grazie alla competitività del nostro comparto. In un contesto sempre più in evoluzione sarà fondamentale coniugare innovazione e sviluppo con benessere animale, sostenibilità ambientale ed economica, mettendo però sempre al centro l'attenzione al consumatore che ci chiede di garantire un prodotto 100% italiano, eccellente ma anche economicamente accessibile”.
EFA News - European Food Agency