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"Competere" presenta la guida alle politiche per l'agroalimentare

Dal think tank un documento rivolto ai candidati alle europee/Allegato

Con l'avvicinarsi delle elezioni europee previste l'8 e il 9 giugno si moltiplicano le prese di posizione su argomenti come l'agroalimentare, uno dei settori maggiormente al centro dell'attenzione di addetti ai lavori e non solo. Tra gli interventi più recenti c'è quello di Competere, Policies for sustainable development, istituto politico con sedi a Roma, Milano e Bruxelles che svolge analisi e attività di advocacy per promuovere il commercio globale, l'innovazione e le catene di approvvigionamento resilienti e sostenibili, per promuovere un'alimentazione sostenibile. 

L'organizzazione ha appena presentato la "Strategic Policy Guide for 2024-2029" (Guida alle politiche strategiche per il 2024-2029), concepita specificamente per il settore agroalimentare europeo. Si tratta di una serie di "principi essenziali" destinati a raccogliere il sostegno dei futuri rappresentanti al Parlamento europeo, fungendo da tabella di marcia per i loro sforzi futuri.

"La filiera agrifood -scrive Competere- merita una posizione preminente nell'agenda politica europea. Gli ultimi cinque anni hanno visto una sistematica marginalizzazione di agricoltori, imprenditori, lavoratori e ricercatori del settore agricolo e alimentare, ingiustamente additati come responsabili delle crisi climatiche e sanitarie". 

"La rigidità dimostrata -prosegue il documento- nel non adeguare il Green Deal e in particolare la strategia Farm to Fork durante eventi critici quali pandemia, crisi delle forniture, inflazione elevata e crisi geopolitiche, attesta una mancanza di flessibilità e pragmatismo scientifico. Inoltre, queste politiche hanno indirettamente rafforzato le economie di paesi concorrenti come Cina, India, Usa e alcuni stati del Golfo, a discapito dell'Europa"

"Le conseguenze sono visibili -aggiunge la nota- desertificazione delle campagne, chiusura di aziende agricole, delocalizzazione delle aziende alimentari fuori dall'Europa e consumatori costretti a optare per alimenti di qualità inferiore o più costosi dall’estero. Sebbene promettente, la GreenTech comporta costi significativi e non è da sola sufficiente a risolvere la sfida globale dell'alimentazione. Pertanto, essa dovrebbe essere considerata una componente cruciale, ma non unica, in un approccio equilibrato verso la sostenibilità". 

"È essenziale -continua il documento- che gli investimenti in questa tecnologia siano parte di una strategia di transizione graduale, che ne inserisca l'impiego nei processi produttivi in modo da ottimizzare il rapporto costi-benefici, assicurando così che i vantaggi superino le spese senza sovraccaricare né l'economia né i consumatori. Inoltre, devono mirare a garantire all'Europa un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti di Cina, India e Usa, dai quali attualmente dipendiamo. 

"Chiediamo ai futuri aspiranti rappresentanti al Parlamento e alla Commissione europea di impegnarsi a promuovere e realizzare i seguenti obiettivi", scrive Competere nel documento in cui elenca una serie di settori e punti cardine di una nuova strategia. 

Per l'agricoltura, le richieste, tra le altre, sono:

  • riportare la filiera dell’agroalimentare al centro dell’agenda politica europea;
  • valorizzare la capacità produttiva, la resilienza e l’efficienza delle filiere agroalimentari europee, affinché l’Europa raggiunga e mantenga la leadership globale;
  • stimolare e salvaguardare l’agricoltura e l’industria alimentare europee in un’azione sinergica: l’Ue dovrà supportare e proteggere le sue "produzioni chiave" anche attraverso accordi di export e accordi globali;
  • promuovere un piano europeo per la sicurezza e l’autosufficienza alimentare, che persegua allo stesso tempo la sostenibilità economica, sociale e ambientale;
  • favorire politiche per la produzione e l’esportazione dei prodotti alimentari europei, sia verso i mercati più avanzati sia verso le aree più depresse per garantire sicurezza alimentare;
  • contrastare tutti i fenomeni di contraffazione alimentare e inganno per i consumatori, assicurando che le eccellenze agrifood europee non subiscano concorrenza sleale di prodotti ‘look alike’ e ‘taste alike’;
  • garantire che la revisione della legislazione UE sul benessere animale equilibri adeguatamente il benessere degli animali con la sostenibilità e le implicazioni socioeconomiche del settore zootecnico;
  • investire nello sviluppo di tecniche produttive e di tecnologie (AI e IoT) volte a migliorare la produttività e mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici. L'Europa deve essere leader nelle soluzioni agri-tech, incentivando la diffusione delle start-up agroalimentari;
  • investire nell’agricoltura rigenerativa e nei nuovi modelli di business che assicurino la sostenibilità finanziare delle pmi agroalimentari;
  • non precludere le importazioni di materie prime e di alimenti dall’estero, assicurandosi che siano resilienti, sostenibili e che rispettino le stesse regole applicate alle produzioni interne.

Per le imprese chiede, tra l'altro:

  • favorire la transizione verso sistemi produttivi e alimentari più avanzati, che deve avvenire in sinergia con il mantenimento di un equilibrio tra sostenibilità economica, sociale e ambientale;
  • eliminare ogni forma di pregiudizio, che sia di natura geografica, ideologica, politica o legata a interessi commerciali, verso qualsiasi tipo di nutriente, ingrediente o prodotto alimentare coltivato, prodotto o importato in Europa;
  • favorire il consolidamento e l’ulteriore sviluppo del settore agroalimentare attraverso l’efficientamento delle filiere e una maggiore trasparenza per bloccare sul nascere potenziali speculazioni;
  • valorizzare tanto i prodotti locali tradizionali quanto le produzioni industriali europee che si distinguono per la loro qualità e sostenibilità;
  • stimolare e sbloccare gli investimenti lungo la catena alimentare al fine di sostenere le pratiche, le innovazioni e le ricerche utili a rendere il modello produttivo europeo più efficiente e sostenibile.

Per la salute, l'organizzazione internazionale richiede:

  • potenziare la capacità dei cittadini di compiere scelte informate e consapevoli per seguire una dieta equilibrata;
  • ridurre l’obesità, che ormai ha tutti i tratti di una pandemia invisibile, dai costi elevatissimi sui sistemi sanitari nazionali europei, sulla produttività e sul benessere dei cittadini;
  • superare le politiche contro l’obesità fin qui adottate;
  • scoraggiare il ricorso a tasse di scopo.

 

Allegati
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EFA News - European Food Agency
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